Ferruccio Gard. Chromatism and optical art

Le espressioni più significative della pittura veneziana contemporanea sono al centro della proposta espositiva autunnale di Ca’ Pesaro. Nell’ambito di Muve Contemporaneo, la rassegna ideata dalla Fondazione Musei Civici di Venezia per dialogare con la Biennale d’Arte, la Galleria Internazionale d’Arte Moderna ospita un ciclo di nuove sperimentazioni pittoriche di Ferruccio Gard.

L’artista, tra i maggiori esponenti della optical art - l’arte programmata e cinetica - dopo oltre 45 anni dedicati ad originali ricerche cromatiche ritrova nel percorso del suo “astrattismo geometrico” un nuovo filone creativo basato su inedite sperimentazioni del bianco e del nero.

Una dozzina di questi suggestivi lavori, alcuni di grandi dimensioni, caratterizzati dall’impiego di infinite variazioni di grigio o di due soli altri colori, si possono ammirare all’interno del percorso al primo piano del museo, accanto ai capolavori dei maestri del Novecento.

La mostra riveste una duplice attualità, sia per la presentazione in anteprima delle ultime ed inedite ricerche cromatiche dell’artista, sia per il grande ritorno di interesse, a livello nazionale e internazionale, verso la optical art. Sottolinea Beatrice Buscaroli, nella presentazione in catalogo: “La seduzione dello spazio e la seduzione del colore sembrano contrassegnare le variabili compositive che accompagnano la ricerca di Ferruccio Gard, dalle modulazioni degli anni Settanta fino alle più recenti variazioni. Lo spazio non è mai un dato scontato, certificabile, ma piuttosto un problema, un enigma che la geometria del segno e la dinamica del colore possono sondare, nel tentativo di individuare i luoghi di un accordo, le declinazioni capaci di indicare una dimora, una “pace” in cui l’immagine si offre nella pienezza composta di energia e memoria, di movimento e riflessione, di passione e norma”.

La mostra si completa con una selezione antologica di opere di Gard - in tutto una ventina - esposte nelle salette al piano terra del museo, che vanno dal periodo cinetico degli anni Settanta a quello geometrico, astratto e informale degli anni Novanta, fino ai dipinti astratti caratterizzati dalle celebri “macchie di colore” e alle opere di op art antecedenti il 2015 dalle forti accensioni cromatiche.

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