Venezia è sempre di moda. Fashion in laguna dal 1920 al 1970

VENEZIA E' SEMPRE DI MODA Fashion in laguna dal 1920 al 1970 a cura di Elisabetta Da Lio con l'aiuto di Eleonora Ceriani e con i preziosi suggerimenti di Mariateresa Crisigiovanni, Daniela Ferretti e Chiara Squarcina e con il supporto di Tiziano Bolpin, Carlo Montanaro e Vittorio Pavan a Maria Luisa Frisa un particolare ringraziamento

Fondazione Musei Civici di Venezia – Museo Fortuny e Museo di Palazzo Mocenigo - Centro Studi di Storia del Tessuto e del Costume Archivio Carlo Montanaro Archivio Cameraphoto Epoche Venezia In collaborazione con Archivio Storico di Istituto Luce Cinecittà

C'era un tempo in cui Venezia e la moda andavano “a braccetto”. Il Lido di Venezia, a partire dagli anni Venti e in modo più incisivo tra gli anni Trenta e Quaranta, grazie all'azione sinergica di Biennale Arte e C.I.G.A., si afferma come luogo di cultura, mondanità e turismo internazionale, sede di feste esclusive, cene di gala e sfilate di moda. A Venezia, già nel 1909, Mariano Fortuny -ispirato dalla moglie Henriette- crea il Delphos, un abito caratterizzato da una particolare plissettatura artigianale che ispirerà le creazioni d'alta moda tra gli anni Cinquanta e Sessanta. Sempre a Venezia, ispirata dai tessuti Bevilacqua, Roberta di Camerino realizza la borsa “bagonghi” che le farà vincere, nel 1956, il prestigioso Neiman Marcus Fashion Award. Il Centro Italiano della Moda, fondato a Milano nel 1949 da Edoardo Alfieri, con il sostegno di Franco Marinotti -allora Presidente della SNIA Viscosa- eleggerà Venezia luogo ideale per celebrare -con una serie di eventi all'hotel Excelsior e al palazzo del Cinema al Lido- il sodalizio tra industrie tessili e case di alta moda. E ancora a Venezia, più precisamente a Palazzo Grassi, Marinotti fonda nel 1951 il Centro Internazionale delle arti e del Costume. Sotto la direzione di Paolo Marinotti -figlio del fondatore- andranno in scena veri e propri spettacoli nello spettacolo dell'alta moda legando indissolubilmente la moda al mondo dell'arte. La stessa Biennale di Venezia cercherà la collaborazione del Centro all'insegna del binomio moda-cinema. Nel corso di un'intervista del 1962 è lo stesso Marinotti a richiamare l'attenzione sulla necessità di portare i processi industriali ad una dimensione artistica e a considerare le manifestazioni organizzate dal CIAC come veri e propri documentari sull'evoluzione del costume.

A livello nazionale, nel dopoguerra si fa strada una rivoluzione nelle forme di comunicazione della moda che esce dagli atelier di ottocentesca memoria preferendo le passerelle collettive e i servizi fotografici in esterno che i grandi nomi dell'epoca interpreteranno con sguardo neorealista. Con le sue bellezze architettoniche, il glamour della Mostra del Cinema e i riti della nobiltà, Venezia diventa in breve luogo privilegiato della rappresentazione e dell'esibizione della moda conquistandosi uno spazio nell'ambito delle “traiettorie della moda”.

La mostra -che è un po' mostra di moda ma soprattutto mostra fotografica e documentaria- non ha delle presunzioni esaustive, ma si ripropone di richiamare l'attenzione e magari suggerire la ripresa del racconto di una storia dimenticata o forse ignorata da molti, partendo da un percorso articolato tra le fotografie vintage degli eventi organizzati dal CIAC e conservati nell'Archivio Carlo Montanaro, le immagini di Venezia, set dei servizi di moda di importanti stilisti e di eventi mondani, scattate dai fotografi dell'agenzia fotogiornalistica di cui testimonia l'Archivio Cameraphoto Epoche di Venezia, le preziose immagini dei riti mondani sulla spiaggia del Lido dell'Archivio Giacomelli ora conservate nell'Archivio della Comunicazione del Comune di Venezia, gli abiti ed oggetti provenienti da Palazzo Fortuny e dal Centro Studi di Storia del Tessuto e del Costume di Palazzo Mocenigo e una serie di imperdibili filmati dell'Archivio Storico di Istituto Luce Cinecittà. Il progetto, che tiene conto della documentazione prodotta in occasione della recente esposizione Bellissima, L'Italia dell'alta moda 1945/1968 curata da Maria Luisa Frisa, Anna Mattirollo e Stefano Tonchi, sarà anche occasione -nel corso di uno specifico incontro- per approfondire quanto il corso di laurea in Design della moda e arti multimediali dell'Università IUAV di Venezia ha elaborato sul binomio moda-città.

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