Ventinove opere su carta di Susan Crile, artista statunitense, ispirate dall’orrore delle foto scattate nel carcere iracheno di Abu Ghraib nel 2004. Immagini impeccabili, a un tempo durissime e lievi, che sapientemente ribaltano le intenzioni di chi aveva scattato quelle foto: non trofei di vittoria ma inqualificabili prove di brutalità, non degrado nelle vittime, ma dolente umanità. La mostra è realizzata grazie alla collaborazione con il Comune di Roma e con le Associazioni ACAT Italia (Azione dei cristiani per l’abolizione della tortura) e FIACAT (Federazione internazionale azione dei cristiani per l’abolizione della tortura).