Ogni lavoro di Mariateresa Sartori è un passaggio analitico teso a rompere le rigide costrizioni entro cui l'uomo ha stabilito i limiti del proprio sapere e del proprio dire. Per lei ogni volta si tratta di riappropriarsi del dato reale, e di considerarlo da angolazioni specifiche e inusuali.Il progetto pensato per la biblioteca della Fondazione indaga le possibilità espressive della lingua dal punto di vista ritmico, melodico, sonoro. Mantenendo inalterate le modalità di fruizione tipiche della biblioteca, all’interno della sala dei dizionari, a scaffale aperto, l’artista ha collocato dei volumi muniti di cuffie audio che propongono al visitatore/lettore l’esperienza di ascoltare nella propria lingua d’origine una poesia significativa, resa irriconoscibile dal punto di vista semantico tramite l’alterazione dell’ordine delle consonanti, ma mantenuta intatta nell’intonazione e nella scansione metrica: ne deriva qualcosa di assolutamente incomprensibile, ma assurdamente familiare.