Fermare la danza su uno schermo. Cogliere l'origine dell'atto creativo svelando l'impercettibile fremito di un muscolo, la progressione del gesto di una mano l'allungamento di un piede per salire sulle punte. E' il desiderio di David Michalek quando decide di firmare una sequenza di movimenti - non più di 5 secondi - di 46 danzatori e coreografi provenienti da tutto il mondo con una videocamenra capace di cogliere 1000 fotogrammi al secondo. Ne è nata una coreografia al relentidal fascino ipnotico, Slow Dancing: un caleidoscopio di movimenti di cui sono visibili i minimi dettagli, dilatati nel tempo e anche nello spazio dalla proiezione in simultanea su 3 megaschermi. Una celebrazione della danza che è un manifesto del Festival, visibile lungo tutto l'arco della manifestazione.