Regia di G. Strehler, 1964
con Elio Crovetto, Lina Volonghi, Carla Gravina, Giulio Brogi, Tino Scotti
Introduce Michele Bordin
Commedia in tre atti, in dialetto veneziano (con alterazioni chioggiotte), rappresentata per la prima volta nel 1762 al teatro San Luca di Venezia, è considerata dalla critica una delle più riuscite opere goldoniane. Insieme ad altri capolavori come I rusteghi e La casa nova, fa parte delle cosiddette commedie di ambientazione veneziana, lavori conclusivi dellesperienza italiana dell'autore prima del suo trasferimento a Parigi.
Si tratta di una commedia di movimento, tutta sostenuta dal vivace spettegolare delle donne, espressione completa e matura di quel teatro corale, caro al Goldoni, che, dai Pettegolezzi delle donne, alle Massere, al Campiello fino a questa, segue una decisa linea ascendente raggiungendo sempre più a fondo lo spirito e il dramma della collettività.
Vero protagonista di queste commedie e particolarmente delle Baruffe, è il contrappunto dei valori umani. Nella Casa nova e nel Ventaglio il movimento corale si svolge attorno ad un oggetto inanimato che ne è causa, acquistando così un tono quasi umoristico, nelle Baruffe invece, lelemento animatore è nei personaggi stessi, nelle loro doti e nei loro difetti, nella loro capacità di benevolenza e di rancore, di ingenuità e di scaltrezza, in una parola, nella loro universale umanità che soffre e gioisce ma che è comunque sempre in buona fede. Da qui un certo senso tragico che però non esplode mai, né mai raggiunge la consapevolezza, e rimane costantemente alla base del teatro goldoniano costituendone lelemento per eccellenza inimitabile.