La Fondazione Bevilacqua La Masa ospita la prima personale di Markos Novak [1957, Caracas) oltre che artista e architetto, uno dei maggiori teorici mondiali delle arti nell’epoca del cyberspazio. La mostra nasce in collaborazione con la Garanti Gallery di Istanbul e avrà luogo negli spazi di Palazzetto Tito in concomitanza con la XI Mostra Internazionale di Architettura. La mostra si inserisce come un tassello importante del programma che la Bevilacqua a Masa sta dedicando da anni alla teoria e alla pratica della cultura digitale.
Il titolo della rassegna, 'Turbulent Topologies', allude a quanto lo spazio vissuto risulti essere un elemento fluido, sempre diverso da se stesso. L’esposizione sarà centrata su una grande installazione interattiva, con la quale Marcos Novak si collega alla sua teoria dell’ ”architettura liquida” sviluppata nei primi anni novanta.
La mostra è divisa in due sezioni. La prima vicino all’ingresso è caratterizzata da una installazione interattiva; un grande cubo, munito di video camere in grado di catturare il movimento delle persone e di microfoni, è collegato ad un computer, a un impianto audio e ad un proiettore. Il visitatore è invitato ad entrare nel cubo tenendo dei sensori in mano e perlustrerà l’architettura invisibile seguendo la guida del suono e della visualizzazione.
La seconda parte della mostra presenta una serie di “sculture turbolente” elaborate da un software concepito per questo scopo.
I modelli/sculture sono stati prodotti ad Istanbul così come il cubo, e ora, arrivando a Venezia vengono aggiunti nuovi modelli/sculture e nuovi espositori progettati e prodotti della Garanti Gallery per Palazzetto Tito.
Un flusso diviene turbolento quando è soggetto a vortici, a improvvise accelerazioni di correnti interne; così lo spazio che noi viviamo è normalmente soggetto a forze invisibili come i campi elettromagnetici e può essere alterato dalla nostra presenza.
L'opera introduce un'idea visionaria di design e scultura ma anche in scala più allargata un nuovo modo di 'abitare lo spazio”. Si tratta così di immaginare una nuova architettura come risultato di interazione di forze invisibili, che partendo dalla progettazione nel virtuale possa emergere nel reale con caratteristiche innovative. Infatti, le possibilità sempre crescenti della progettazione virtuale e digitale permettono di collegare corpo e spazio, tecnologia e biologia, esperienza visiva e uditiva; tutto questo si può riassumere nell'idea di architettura trasmissibile in grado di collegarsi ad altri campi in modo ipermediale superando continuamente i suoi confini disciplinari; gli artisti e gli architetti del futuro progetteranno attraverso questi strumenti.