Cosa si vuole intendere nell’evocare il concetto di “Cittadinanza Digitale”? Perché mettere insieme un concetto, uno storico ideale, tutto ciò che è evocato dal termine“cittadinanza” e tutto ciò che nel nostro immaginario collettivo suscita la parola “digitale”? Perché mettere insieme storia e innovazione?
La rivoluzione digitale pervade ogni angolo della nostra vita, ne può mutare qualitativamente i contenuti, ci dà l’opportunità di partecipare attivamente ai processi sociali ed economici.
Dietro il termine “cittadinanza digitale” si manifestano ideali e prassi che contribuiranno a cambiare radicalmente, in meglio, il nostro modo di vivere e i rapporti civili consolidati nella società contemporanea.
Dotare una città di rete a banda larga, lottare contro l’analfabetismo informatico per consentire a tutti di poter usufruire delle potenzialità presenti in internet, garantire l’accesso gratuito alla rete sono compiti nuovi, pienamente legittimi e auspicabili di una amministrazione locale.
Il 3 luglio la rete arriverà a Venezia.
L’affermazione della “cittadinanza digitale” è la nuova frontiera di un nuovo “welfare state” che estende la propria positiva influenza anche al là degli ambiti praticati tradizionalmente. Quando poi si parla di garantire l’accesso alla rete dobbiamo essere consapevoli di un intervento delle Istituzioni pubbliche che travalica i tradizionali “confini nazionali”. Non è più welfare che esercita i propri effetti nell’ambito dello stato nazionale.
In tutti i casi, Venezia, città che pensa ad una sua rinascita sociale ed economica fondata sull’innovazione, deve naturalmente incentivare politiche tese a combattere il digital divide.