L'Unesco ha di recente riconosciuto il Tango patrimonio dell'umanità, motivando che 'personifica sia la diversità culturale sia il dialogo, rappresenta l'essenza di una comunità e pertanto merita di essere salvaguardato.'
Il ballo, compare alla fine del 1800 sulle sponde del Rio della Plata, il fiume che divide Argentina e Uruguay, tra i quartieri in cui si mescolano i nativi della regione, come i creoli e i discendenti degli schiavi africani, con i numerosi immigrati italiani e di altre nazionalità alla ricerca di terre da coltivare. Il Tango fonde sonorità, rituali, angosce e nostalgia, in un intreccio particolarmente passionale.
Il Tango Argentino diviene un fenomeno sociale degli emarginati delle periferie, dei bar a 'media luz' dove si incontrano le prostitute. Date le sue origini, all'inizio non trova accettazione da parte della cultura ufficiale e della società nel suo complesso.
Ma il Tango, foriero di rivoluzione culturale, approda negli anni Venti in Europa, a Madrid, in Russia, a Parigi. Sì, ed è proprio a Parigi che il Tango, nonostante il tentativo della Chiesa di metterlo al bando, avrà un successo irreversibile.
Cosa fa paura del Tango? Forse la sua ambiguità, il fascino e il mistero dell'altro che si insinuano nel ritmo sensuale e provocatorio, l'esperienza della diversità, il crogiolo di culture e credenze, la sua relatività, la sua ossessione per il tempo, e la memoria.