Con la prima personale in assoluto di Serse in uno spazio pubblico a Venezia, la Galleria Contemporaneo vuole rendere omaggio ad una ricerca artistica che da più di venti anni rappresenta una delle più interessanti realtà dell’arte italiana. Concentrato esclusivamente sul disegno a grafite l’artista, triestino di adozione, ha prodotto negli anni una serie straordinaria di immagini che gli hanno valso l’inserimento nel volume Drawing edito dalla Phaidon Press, nonché la partecipazione a rassegne internazionali di grande rilievo.
Il suo lavoro è contraddistinto da una coerenza e riconoscibilità che ne fanno un unicum nell’odierno panorama nazionale. Non si tratta, nel suo caso, del disegno quale strumento classico per l’elaborazione dell’impalcatura invisibile di un dipinto, e non si tratta nemmeno dell’utilizzo che ne fanno molti artisti contemporanei come appunto visivo precario e fragile.
In Serse è l’opera nella sua assoluta compiutezza ad essere dovuta al solo disegno, al ‘non più di questo’ che il disegno rappresenta: strumento sottoposto ad una analisi vertiginosa che ne sonda tutte le potenzialità.
Dalla grafite di Serse è scaturita una delle più intense riletture del tema del paesaggio nell’arte contemporanea: mari, cieli di nubi, montagne altissime, boschi innevati. Cioè la dimensione non umana, sublime, della terra nella sua condizione elementare delle cose prime e ultime. Quasi fosse possibile sondare, attraverso la concreta materialità della grafite, l’anima minerale della terra, quella le cui trasformazioni avvengono su una scala temporale che non è quella umana.