E’ il Centro Nazionale di Fotografia del Comune di Padova, il prestigioso ospite della Fabbrica della Cultura di febbraio che dà appuntamento al pubblico mestrino, venerdì 26 alle ore 18.00 al Centro Culturale Candiani, in un incontro che ne ripercorrerà la storia, a cura di Enrico Gusella responsabile del Centro.
Sorto nella primavera del 2000, il Centro Nazionale di Fotografi a dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Padova in dieci anni di vita ha svolto un’intensa, qualificata e dinamica attività volta alla valorizzazione e alla diffusione della cultura fotografica.
Circa 150 le mostre promosse in questi anni, che hanno investito i vari generi fotografici: reportage, ritratto, paesaggio, moda, astrazione, sviluppando in più sedi espositive, un percorso dinamico e originale, dai luoghi più prestigiosi come il Museo Civico di Piazza del Santo e il Palazzo del Monte di
Pietà, ad altri spazi comunque deputati alla fotografi a come la ex Fornace Carotta e la Galleria Sottopasso della Stua, poi diventati luoghi signifi cativi della promozione e della conoscenza fotografica.
Schiene di Lorenzo Capellini, Ritratti di Moreno Segafredo e Del paesaggio… i corpi di Mario Vidor furono le prime mostre del 2000, rispettivamente al Museo del Santo e al Sottopasso della Stua. A seguire, nel 2001 le personali dedicate a due grandi fotografi: il francese Robert Doisneau, testimone
dell’universo umano della metà del Novecento, e Gianni Berengo Gardin, icona e simbolo della fotografia italiana, con la mostra Copyright.
Dello stesso anno è Street photography di Giovanni Umicini con un’indagine sulle diverse realtà tra Padova e New York. I temi della città e della vita metropolitana sono ritornati poi in Megalopolis di Paolo Gasparini che analizza San Paolo del Brasile, Città del Messico e Los Angeles; e Mignon con Altre umanità, un’indagine in luoghi urbani diversi. E in un mondo dominato da immagini stereotipate, le opere della mostra Schiavi della vita, di Francesco Fantini, hanno focalizzato l’attenzione sulla condizione di vita dei meninos de rua, i bambini di strada brasiliani costretti a lavorare in condizioni disumane fin dalla più tenera età per poter sopravvivere. Il paesaggio è l’altro genere che ha riscosso grande interesse e successo di pubblico con Giuseppe Bruno Fotografo – poeta del Veneto ed Elio Ciol, originale fotografo friulano con L’incanto della visione esempio di singolare lirismo visivo e fotografico tra la campagna friulana e la mistica Assisi. Da ricordare poi tra le grandi mostre dedicate al ritratto, Hermann Leonard. Jazz memories che racconta il mondo della musica jazz e dei suoi miti, e Portraits 1964-1998 di Giuseppe Pino che ritrae i personaggi celebri del mondo dello spettacolo.
Grande spazio nella Galleria Sottopasso della Stua hanno trovato invece giovani fotografi, artisti emergenti e di tendenza. Dall’indagine sul corpo con Fasoli
m&m. Donne, a Claudia Fabris con La via lattea, a Marina Giannobi con Altre soggettività.
Una donna chiamata Africa, storia di un viaggio in Africa fatto negli anni Trenta, è stato l’omaggio al famoso scrittore e giornalista Orio Vergani, mentre
drammatica testimonianza di una delle tante tragedie italiane è stata la mostra Vajont. Per non dimenticare.
Sempre nel primo quadriennio di attività, da segnalare la collettiva dei giovani artisti italiani Portfolio – giovane fotografi a in Italia e Contaminazioni. Fotografi e di Isabella Bona e Alessandra Guolla. Contestualmente alla produzione di mostre, numerosi sono stati i seminari e le conferenze che hanno approfondito le tematiche della fotografi a come La realtà fotografi ca in Italia e Prospettive della fotografi a italiana.
Nel 2005 il Centro Nazionale di Fotografi a lancia la rassegna Padova Aprile Fotografia, manifestazione che ha riscosso nel tempo notevole successo. Della prima edizione possiamo ricordare La Parigi di Edouard Boubat, la metropoli francese in suggestive immagini; Andrej Tarkovskij con Luce istantanea, una serie di fotografi e che narrano di luoghi lontani legati alla vita dell’autore in modo sottile e malinconico; Marco Introini con Paesaggio Analogico ‘05; Francesco Zizola e Massimo Mastrorillo con Mozambico, una terra straziata dalla guerra ma ancora animata dal sogno della pace e dalla speranza di un futuro. Infine Cromosoma X, una ricerca artistica al femminile con immagini, tra le altre, di Giulia Caira, Sophie Calle, Nan Goldin, Roni Horn, Ines Van Lamsweerde, Lucia Leuci, Tracey Moffatt, Luisa Raffaelli, Kiki Smith, Grazia Toderi; e Wim Wenders che con Il mondo delle immagini ha affrontato il rapporto tra fotografi a e cinema con scatti dalle riprese dei set cinematografici.
La seconda edizione di Padova Aprile Fotografi a (2006) ha presentato Germaine Martin, un’inedita e originale esponente della fotografi a svizzera del Novecento; Frank Dituri, con Lux Lunae; Acqua. Fonte di vita, con opere dei più grandi maestri del ventesimo secolo, che evidenziavano la disparità tra Nord e Sud del Mondo nelle modalità di accesso e di consumo dell’acqua e infine Prima Luce. Fotografi e da Edward Weston a Mario Giacomelli con un centinaio di scatti sul tema della luce di autori italiani e stranieri come Bruno Barbey, Paul Caponigro, Henri Cartier-Bresson, Robert Doisneau, Elliot Erwitt, Ralph Gibson, Roberto Salbitani, Ferdinando Scianna, Luigi Veronesi, Edward Weston e Minor White. Altra originale mostra dello stesso anno è stata Lu Pisce dell’artista e performer Andrea Contin: tra performance e reportage, una video-installazione era accompagnata dalla celebre canzone Lu pisce spada di Domenico Modugno e alcune foto di scena che avevano come soggetto una giornata a bordo di un peschereccio siciliano.
Nella terza edizione, nel 2007, è stata la volta di Giovanni Chiaromonte con Nascosto in prospettiva. Scene nel paesaggio italiano, immagini urbane scattate dopo una serie di rifl essioni sulla storia ma anche sulla pittura e sulla prospettiva; Pino Ninfa con Un racconto chiamato jazz, dove il genere musicale veniva reinterpretato non solo come ritmo ed espressione, ma anche come emozione ed energia; Valeria Magli con Bal blanc; Mario Schifano con Gioie istantanee, in una singolare antologia di immagini nella quale il mezzo fotografi co diventa il pretesto per un’azione pittorica di appropriazione e comprensione del mondo; Guido Cecere con Cityscapes in una sorta di caleidoscopio di frammenti urbani e Padova Est di Claudio Sabatino un’indagine sull’identità e le trasformazioni della zona industriale ad est di Padova. Un grande omaggio alla città del Santo è stata invece la personale fotografica Giovanni Umicini. Per Padova, con 160 immagini in bianco e nero realizzate dai primi anni cinquanta ai giorni nostri. Le profonde tematiche del paesaggio, delle città e dell’ambiente sono state oggetto di indagine nell’edizione del 2008 dal titolo Passaggi / paesaggi 2. Davvero di notevole prestigio ai Musei Civici agli Eremitani la mostra Buby
Durini for Joseph Beuys, un manifesto dedicato al mitico pensiero del grande artista tedesco e alla sua profonda filosofia, e poi ancora Albert Steiner con Del paesaggio sublime, un’ottantina di fotografi e tratte dagli incontaminati paesaggi alpini svizzeri e Passaggi a Nord- Est, una sequenza organica di foto storiche e contemporanee di Gianni Berengo Gardin, Giuseppe Bruno, Elio Ciol, Mario De Biasi, Sergio Del Pero, Guido Guidi, Mario Lasalandra, Paolo Monti, Fulvio Roiter, Mario Sillani Djerrahian e Italo Zannier, Enzo e Raffaello Bassotto, Gianantonio Battistella, Enrico Bossan, Luca Campigotto, Diego Cinello, Cesare Gerolimetto, Guido Guidi, Orsenigo_Chemollo, Roberto Salbitani, Renzo Saviolo, Adriano Tomba, Giovanni Umicini, Italo Zannier e Marco Zanta. Mentre Diagonale d’Oriente di Davide Bramante ha presentato dodici immagini realizzate da Siracusa a Padova, secondo un’immaginaria diagonale attraverso l’Italia; e infine il fotografo francese Alexandre Marchi con Paesaggi Urbani: transiti e differenze.
L’ultima edizione nel 2009 intitolata Forme dell’identità ha presentato Dieci Fotografi d’oro, vero e proprio quadro della scena fotografica italiana con opere dei più rappresentativi artisti quali Gabriele Basilico, Gianni Berengo Gardin, Luca Campigotto, Giovanni Chiaramonte, Mario Cresci, Mario De Biasi, Franco Fontana, Paolo Gioli, Guido Guidi, Mimmo Jodice, Fulvio Roiter, Marco Zanta; The Oxford project il lavoro ideato dal fotografo Peter Feldstein e dallo scrittore Stephen G. Bloom e Portraits di Douglas Kirkland, una galleria di ritratti di singolare qualità ed efficacia, un percorso dell’artista a stretto contatto con i più grandi interpreti delle arti e dello spettacolo. A chiudere il 2009, infine, le mostre: Antonella Monzoni Ferita armena una singolare narrazione attraverso luoghi, ritualità e genti, nella tormentata storia di un popolo; In Afghanistan, di Hans Stakelbeek che descrive in una quarantina di scatti le condizioni di vita della popolazione afghana e delle attività fi nalizzate alla ricostruzione di un Paese; infine Fotografi in città. Otto autori dal Fotoclub Padova con opere di Francesco Carmignoto, Mario Dal Molin, Guido Desidera, Ornella Francou, Roberta Lotto, Denise Muraro, Gianluca Scordo, e Nicola Verardo. Sono, inoltre, da menzionare, tra gli altri, della consistente pattuglia di artisti e giovani fotografi che hanno esposto: Pierantonio Tanzola, Simone Falso, Yuliana Manoleva, Alessandro Callegaro, Simone Settimo, Silvano Chiappin, Renato Pengo, Luccia Danesin, Marco Casiraghi, Massimo Boldrin.