Otto sculture in vetro site-specific realizzate a Murano dall’artista londinese di origini veneziane.
Allestita nel portego al primo piano del Museo, la mostra - a cura di Alessandra Landi - rappresenta un omaggio a Venezia e un intenso dialogo tra allestimento, arti applicate, scultura, tradizione del materiale e nuove sperimentazioni nella lavorazione.
L’opera di Tristano di Robilant, specialmente in questa occasione, si riallaccia all’aurea veneziana tramite il vetro e l’evocazione di temi secolari.
Il colore ambra, utilizzato per varie sculture e alcune punte di rosso dogale, richiama le icone bizantine sia per l’intensità coloristica, che per la forte carica spirituale, accentuata nei momenti in cui i caldi raggi crepuscolari accarezzano le superfici.
Anche la purezza, data dalla trasparenza del vetro, ricorda l’elemento principe di Venezia: l’acqua.
Le linee, quasi sempre sinuose, giocano con i diversi pezzi delle sculture che oscillano tra un incerto equilibrio e una sicura fermezza della parte più esterna.
Tutto questo crea poesia e liricità in otto pezzi unici di grande sensibilità e impatto.
Tristano di Robilant, nato a Londra nel 1964, è cresciuto tra l’Italia e l’Inghilterra. Laureato presso la University of California Santa Cruz, dove ha seguito le lezioni di Reyner Banham (1922-1988), critico e storico dell’architettura.
Prima personale alla “Holly Solomon Gallery” di New York. In seguito ha collaborato con il curatore e gallerista Lance Fung a Domestic Temples, serie di sculture in vetro oggi parte della “Sol LeWitt Collection”. Invitato da Giorgio Guglielmino a Calcutta, ha realizzato in Bengala serigrafie e lavori su seta in collaborazione con Pria Lall.
Sue opere sono state esposte in numerose mostre sia in Europa che negli Stati Uniti, tra cui quelle presso la galleria Annina Nosei di New York, la Galleria Bonomo, Paolo Curti & Co in Italia e Piece Unique a Parigi.
Nel 2007 Cornelia Lauf ne ha curato una personale al Museo Boncompagni Ludovisi di Roma.
Vive e lavora tra Roma e Londra.