Il concerto è organizzato nell’ambito delle celebrazioni del tricentenario della nascita di
Giordano Riccati (1709 - 1790): ciclo di manifestazioni promosso dalla Regione del Veneto in
collaborazione con la Fondazione Scuola di San Giorgio di Venezia per ricordare l’opera dello
studioso trevigiano nel campo della matematica, fisica, musica e architettura.
I brani proposti permettono, grazie alle possibilità espressive offerte dallo strumento d’epoca
conservato nella Cattedrale, di delineare un ampio margine di possibilità esecutive in relazione a
parametri di tipo timbrico, dinamico e acustico. In particolare, in accordo con le indicazioni
riportate dagli studi compiuti da Riccati con la collaborazione dei musicisti suoi contemporanei
Francesco Antonio Vallotti e Giuseppe Tartini, si vuole dimostrare la perfetta praticabilità di tutti i
toni su organi accordati in epoca moderna con criteri simili a quelli proposti da Riccati, ossia
tendenti ad ottenere il temperamento più omogeneo possibile degli intervalli tra i 12 suoni della
scala musicale.
Tutti i concerti qui presentati sono stati trascritti per organo nel rispetto delle tonalità scelte
dai compositori in riferimento agli organici autentici, come pure sono state mantenute le
suddivisioni tra insiemi di strumenti diversi, in origine contrapposti e ora riassunti da un solo
strumento e un solo esecutore.
Il criterio della successione delle musiche in programma si è conformato ad una serie di
lettere che, secondo la notazione alfabetica, richiamano il nome del compositore tedesco Bach,
riferimento tra i più illustri per quanto concerne la trascrizione per tastiera.
Partendo dal presupposto che Antonio Vivaldi non ci ha lasciato composizioni
espressamente dedicate all’organo solista per via della pratica estemporanea, assai diffusa all’epoca,
di accomodare e trasporre opere musicali da uno strumento all’altro, si è voluta compiere
un’operazione inversa rispetto a quella abitualmente eseguita nel Settecento (ad esempio dallo
stesso Johann Sebastian Bach), quella cioè di trascrivere per organo o clavicembalo opere per vario
organico. Con questo significato una celebre composizione orchestrale di Bach, il quinto concerto
brandeburghese, è stato trascritto per organo antico italiano e affiancato ad altri concerti vivaldiani
tra i più fantasiosi. E vale la pena ricordare a tal proposito la stima storicamente attestata del
compositore tedesco nei confronti della tecnica compositiva dell'autore veneziano.
Così come nelle sue trascrizioni Bach si è adattato alle caratteristiche foniche dei grandi
organi del Nord Europa, altrettanto Vivaldi risuona nella cornice sonora offerta dagli strumenti
veneziani originali pervenuti integri fino ai giorni nostri, corredati di cartigli e indicazioni timbriche
sull’uso dei registri, compresa la più grande “antica novità” sull’utilizzo del Pedale atto a riprodurre
il suono del “Tutti” orchestrale che caratterizza il concerto per strumento solista e orchestra.