Introduce: Arianna Silvestrini, presidente dell’Associazione Cifrematica di Venezia.
Intervengono: Ruggero Chinaglia, psicanalista;
Sergio Dalla Val, psicanalista.
L'ascolto non è riservato a una professione o a una confessione. Non è una virtù naturale che appartiene al soggetto o alla collettività. È frutto di allenamento e si instaura con il fare in ciascun istante della giornata, perché solo facendo ci imbattiamo nell'umiltà che sta alla base dell'ascolto. Anche l’ubbidienza nella sua accezione originaria di_ob-audire_ concerne l’ascolto. Eppure, nell’educazione improntata sul canone occidentale, è sostituita con l’osservanza.
L’ascolto non risponde a un imperativo e non dipende dalla volontà. Non basta volere ascoltare. Chi ascolta ciò che gli conviene è sordo. L'ascolto non è automatico. E tuttavia, la soddisfazione, la riuscita, la gioia, il piacere discendono dall'ascolto. Senza l'ascolto non c'è approdo: ognuno si troverebbe a girare in tondo e a vuoto.