Una tavola rotonda, uno spettacolo teatrale e una rassegna cinematografica per l’omaggio allo scrittore Emilio Salgari nel centenario della morte.
Morto suicida a 48 anni dopo una vita segnata da ristrettezze economiche sempre crescenti e, soprattutto, dalla pazzia della moglie e la morte della figlia riceve il saluto, al suo funerale, di moltissimi ragazzi di ogni ceto sociale che, attraverso le pagine dei suoi romanzi, erano stati da lui trasportati in paesaggi misteriosi ed esotici, trascinati dalle straordinarie avventure di eroi come Sandokan o il Corsaro Nero, per citare forse i due più famosi, il cui mito resiste inalterato fino ai giorni nostri.
In balia degli editori che gli domandavano sempre nuovi eroi e avventure Salgari viveva con crescente difficoltà il contrasto tra la sua vita piccolo-borghese e la dimensione spavalda e avventurosa dei suoi personaggi con cui spesso si identificava. Nonostante le enormi tirature dei suoi romanzi i suoi contratti con gli editori erano forfettari per quattro o cinque romanzi all’anno, oltre ad altre novelle che scriveva per diverse case editoriali. Il progressivo stress di lavoro, lo portò al disperato gesto finale, una maledizione che sarà una tragica costante nella storia della famiglia Salgari che vide ugualmente suicida il padre di Emilio ed i figli di lui: Nadir ed Omar. Della sua fortunata e tormentata carriera di scrittore, rimangono circa ottanta romanzi e un numero ancora imprecisato di racconti.