Ultima tra le ville costruite dai notabili veneziani sul Brenta, Villa Pisani ancora oggi si presenta con tutte le caratteristiche del giardino neoclassico, ricco di architetture e prospettive ottiche, al quale si aggiunge nell’Ottocento il giardino “romantico”, apparentemente più selvaggio.
Dopo Mimmo Paladino, Jannis Kounellis, Richard Long e altri artisti internazionali che hanno realizzato in passato opere per il parco, è la volta di Oliviero Rainaldi (Caramanico Terme – Pescara, 1956), che torna nel territorio in cui ha vissuto la sua infanzia. La sua carriera, che lo ha portato a vivere e lavorare a Roma accanto agli artisti della nota Scuola di San Lorenzo, gli ha permesso di maturare un linguaggio che ben si connette con le forme classiche e raffinate di Villa Pisani.
L’artista ha preso spunto da questa particolare dimensione ambientale per elaborare le sue installazioni, che dialogheranno con le radure, le architetture e le prospettive della villa, grazie a quindici progetti disseminati nel parco e una ricca sezione di dipinti all’interno della Riserva degli Agrumi, per un totale di circa 50 opere.
Il suo lavoro, che da oltre trent’anni si muove tra gesso, oro, marmo e vetro, si arricchisce in questo nuovo percorso della presenza vitale ed evocativa dell’acqua, utilizzata come materia e superficie da modellare con i suoi segni e le sue invenzioni. Dal Mosé, che sembra scomparire assorbito dal flusso immaginario dell’acqua del Mar Rosso, a Marat, un corpo in marmo che viene risucchiato nella materia di cui è costituito, i riferimenti culturali di Rainaldi spaziano dalla dimensione classica a quella religiosa, fonti per storie della medesima forza e suggestione.
Le opere, disseminate all’interno del parco, mostrano una rinnovata capacità dell’artista di sperimentare materiali differenti modellati in forme essenziali, che rimandano ai raffinati tratti di Francesco Laurana e Arnolfo di Cambio, alle origini della scultura rinascimentale. Attraverso una personale rilettura delle misteriose figure di Arturo Martini e dei volti intensi di Medardo Rosso, Rainaldi offre una visione contemporanea di miti che hanno attraversato tutta la nostra storia. Con leggerezza e acume, l’artista rilegge il tema delle Tre Età dell’Uomo che ammiccano da un cubo trasparente, mentre una Venere dorata si anima al passaggio di un velo d’acqua.