Victoria Samuel Udondian e Tamlyn Young, le due artiste selezionate per la quarta edizione di Art Enclosures 2011 – Confini d’arte Residenze per artisti internazionali a Venezia, presentano lunedì 24 ottobre con Marino Folin, Mara
Ambrožič e Simon Njami alle ore 18.00 presso la Casa dei Tre Oci alla Giudecca le proprie opere, create site-specific e prodotte durante la loro residenza veneziana.
Il progetto ideato e prodotto dalla Fondazione di Venezia per favorire la conoscenza, lo scambio interculturale e la promozione delle opere di giovani artisti africani emergenti, è giunto alla sua quarta edizione e rappresenta uno degli esempi più riusciti delle residenze d’artista realizzate in Italia. Victoria Samuel Udondian nigeriana e Tamlyn Young sudafricana sono state selezionate lo scorso aprile, tra gli oltre 145 giovani artisti, dal comitato scientifico presieduto da Simon Njami, curatore, scrittore e studioso dell’Arte Africana di fama internazionale che ha curato nel 2007 il primo Padiglione Africano della Biennale di Venezia. Le opere e i progetti che le due artiste hanno prodotto si distinguono per la sensibilità e responsabilità con la quale pongono interrogativi sulle dinamiche sociali, commerciali e culturali proprie ormai di un contesto globale. In misura maggiore rispetto alle precedenti
edizioni, i lavori di Victoria Samuel Udondian e Tamlyn Young riflettono sulla necessità di reinventare i percorsi individuali, le usanze e abitudini collettive nonché sull’urgenza di cambiare il nostro rapporto nei confronti dei beni materiali per poter recuperare, almeno in parte, un atteggiamento culturale e civile determinante per il riconoscimento e il funzionamento di una comunità.
La mostra, curata da Mara Ambrožič, si articolerà in una serie di progetti e mappe interattive, performance, abiti realizzati ad hoc e fotografie, che affronteranno il presente con uno sguardo tagliente, incurante delle gerarchie comuni e delle divisioni di classe, delle differenze tra oggetti di lusso e tra quelli comuni, uno sguardo, che sembra invitare a praticare relazioni eticamente orientate. I progetti si presenteranno come una
costellazione di “esercizi di responsabilità”,racconteranno del grande valore che è insito nella creazione artistica e nella ricerca di una possibile coesistenza di forme ed espressioni individuali e collettive diverse.
Il ciclo di residenze Art Enclosures, che in questi anni ha cercato di generare un’arena sperimentale e di supporto ai giovani artisti internazionali, quest’anno si presenta pertanto con una mostra di due giovani artiste, che punteranno il dito contro il degenerante processo di mercificazione e omologazione globale e proporranno una virata verso una maggiore sensibilità politica, culturale e sociale. Le artiste, durante il loro soggiorno hanno potuto usufruire degli atelier e dei laboratori della Facoltà di Design e Arti dell’Università Iuav di Venezia mentre un’intensa attività di tutoraggio è stata offerta loro attraverso la collaborazione con l’Associazione E che,
grazie ad un ricco programma di appuntamenti concepiti appositamente e iniziative mirate, ha garantito loro numerose occasioni di incontro e confronto con artisti, studiosi ed esperti del settore, gli assidui contatti con la comunità artistica locale inoltre ha favorito connessioni concrete con il tessuto culturale della città costituendo per le giovani artiste un momento di crescita e di intensa ricerca artistica. Il progetto Art Enclosures è stato avviato nel 2008 e sono già stati ospitati sei artisti: Evarist Fabian Chikawe (Tanzania), Mambakwedza Mutasa (Zimbabwe), Samuel Githui (Kenia), Victor Mutelekesha (Zambia), Jabulani Maseko (Repubblica Sudafricana) e Kiluanji Kia Henda (Angola). Fino all’anno scorso sono state realizzate 3 mostre in spazi istituzionali di rilievo e 37 sono le opere complessivamente prodotte, con l’aggiunta delle opere realizzate in questa IV Residenza, verrà preparato un catalogo che raccoglierà tutti i lavori di questi primi quattro anni di attività. Come per le altre residenze, anche in questa edizione una delle opere entrerà nella
collezione della Fondazione contribuendo a lasciare un segno tangibile del lavoro delle artiste in città.
Durante il periodo di apertura della mostra verrà promossa in collaborazione con il servizio Senza Dimora del Comune di Venezia la campagna SOS Coperte, una raccolta di coperte
per aiutare le persone che vivono in condizione di povertà estrema nella nostra città.