mostre
Angelo Muriotto - riflessi|oni

Il percorso che conduce Angelo Muriotto alla realizzazione delle opere qui esposte (una selezione di piccolo e medio formato a testimonianza di una produzione in fieri copiosa ed articolata, frutto di un’applicazione giornaliera condotta con curiosità e creatività) nasce recentemente, nel 2010, con la realizzazione di sculture dal sapore volutamente kitsch, ottenute dall’assemblaggio di sagome di plexiglass sulle quali vengono collocati oggetti di vetro “ritrovati” in magazzino (elefantini, fiori, pesci, gatti, etc.); il tutto terminato poi con l’aggiunta di sfere di varie dimensioni, canne di vetro e specchi. Successivamente inizia ad utilizzare pannelli in compensato come supporto (alla stregua di tele pittoriche) sui quali posiziona parallelepipedi dipinti usando colori primari, sassi, canne di vetro ed altri elementi di recupero o riutilizzati in un nuovo ed inusuale contesto applicativo. La sperimentazione continua poi con l’utilizzo di altri materiali quali la fibra di carbonio abbinata a sagome di lamiera di acciaio inox. Più recente invece l’intromissione di specchi nel lavoro dell’artista (intesi, in alcuni casi, come cornici dei nuovi lavori), granulato e canne di vetro (divenuto ormai refrain del lavoro dell’artista), lamiere di alluminio forate e bugnate antisdrucciolo(successivamente brillantate o verniciate a polveri), per approdare infine alle lamiere di rame antichizzate con diversi mordenti e lavorate a bulino. Fedele a materiali estrapolati dai loro contesti abituali e più evidenti, riproposti nella loro integrità – acutizzandone addirittura la bellezza intrinseca – l’artista ha realizzato ad oggi più di cento lavori, ciascuno allusivo di un pensiero o di uno stato dell’essere, ciascuno corredato da una cortina di canne di vetro colorate che frapponendosi tra l’osservatore e l’opera diventa talvolta elemento disturbante, più spesso momento riflessivo sull’opera stessa. Dice a tal proposito Angelo Muriotto che “le canne di vetro amovibili consentono a chi guarda l’opera di interagire con essa, avendo la facoltà di limitarne il numero o di eliminarle completamente. La doppia faccia del quadro può dunque suggerire riflessioni sulla concezione che ciascuno ha del sé in relazione a come gli altri lo vedono o la percepiscono”. Fondamentale dunque nel percorso artistico ed espressivo di Angelo Muriotto la ricerca, condotta nel solco della luce e dello spazio sfruttando (e pilotando) abilmente, come un pittore dirige le possibilità espressive dei pigmenti, i riflessi e le trasparenze che la materia vitrea consente di ottenere, fino ai massimi livelli di luminosità. Superata la prima e immediata lettura dell’opera, il passaggio ad implicazioni più profonde da scorgere oltre la raffinata bellezze delle lucenti superfici, è dunque breve quanto necessario, evidenziando uno scarto diretto dal mondo delle cose al mondo delle idee, laddove il fare è attività successiva e secondaria al pensare, l’agire conseguenza diretta del riflettere. Nella disarmonia dei materiali all’armonia della loro ricomposizione, nella forma illogica di un linguaggio privo di grammatica all’equilibrio dell’atto assemblativo dell’ordine ricostituito Angelo Muriotto intravede e persegue principi di ordine e di euritmia, “espressione pura al di là della rappresentazione stessa”. Muovendo dalla lezione avanguardista di Mondrian e di Malevič e trovando poi nell’astrattismo geometrico i propri codici di riferimento, l’artista racchiude nelle sue creazioni logiche costruttive e principi creazionistici che riportano nell’opera i rigorosi percorsi mentali di un pensiero primordiale. Le ossature portanti, date dall’intersecarsi blando e razionale di linee verticali, orizzontali e oblique, sfalsano ripetutamente i piani compositivi,concedendo consistenza tridimensionale ad un vocabolario in cui le scansioni cromatiche si alternano ritmicamente ai vuoti di materia, in cui la bellezza, concetto fluido e in divenire, tradotto da segni grafici vibratili e musicali sull’asse delle ascisse e delle ordinate, è pura essenza luminescente e metaforica. La forma acquista consistenza, il riflesso dell’oggetto diventa riflessione sull’oggetto, espandendone le volumetrie nello spazio, oltre la piattezza pittorica – complice il gioco dei riverberi – per suggerire inaspettati copioni narrativi ermetici basati sui contrasti locali di colori primari e dei loro complementari, sui ritmi spezzati degli oggetti e delle loro tonalità che invadono aree pure ed inviolabili, determinando azioni intellettuali complesse, di pensiero e di parola. Nell’intensa parabola artistica di Angelo Muriotto, superato il labile confine tra generi artistici, ogni azione serba il fascino empirico della scoperta, la ricerca e l’utilizzo di materiali sempre nuovi traducono la freschezza di intuizioni espressive che individuano la bellezza nel materiale stesso, travalicando la sfera del decorativismo, fino a riempire ogni contenitore di luci e di emozioni e a riscoprire, nei nostri occhi riflessi dalle sue superfici specchianti, il rapporto biunivoco che imprescindibilmente lega l’arte alla vita.

dettagli
Biglietto: ingresso libero
quando
dal 03/12/11 al 17/12/11
DoLuMaMeGiVeSa
Orario: (scegli la data)
Giorni di chiusura: domenica
dove
Box.e Gallery
Via Caneve 73/b Mestre (VE) 30173
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