Dall'istituzione della Giornata della Memoria è trascorso più di un decennio. In occasione del 27 gennaio i media nazionali e locali sono impegnati, ogni anno, in una attività di informazione intensa. Come ogni evento istituzionalizzato, però, con il passare del tempo, occorre adeguare contenuti e metodi comunicativi. Soprattutto in un Paese che ha mostrato di avere difficoltà nell'elaborazione del passato, il rischio che si avverte è quello di una 'imbalsamazione' della Memoria. Poiché sono i media ad essere il principale veicolo di trasmissione dei contenuti previsti dalla Legge, crediamo utile interrogare proprio i professionisti del settore, i giornalisti. Come si vive nelle redazioni la Giornata della Memoria? Quali le strategie comunicative che, anno dopo anno, si sono affermate? Esiste il pericolo che una 'liturgia della Memoria' si sostituisca al 'dovere della Memoria'? Occorre pensare ad un nuovo modo di comunicare questo evento?
Vorremmo porre queste ed altre domande, per avviare una riflessione e un dibattito intorno al ruolo dei media e dei suoi professionisti in un processo che rischia – per stanchezza o per consuetudine – di trasformare il ricordo in una tra le tante date istituzionali.
Intruduzione: Giovanni De Martis (Associazione studi storici Olokaustos)
Interventi: Piero Colaprico (“La Repubblica'), Paolo Navarro Dina (“Il Gazzettino” / Coordinamento cittadino per il Giorno della Memoria), Gadi Luzzatto Voghera (Boston University, Padova).