La poetica che attraversa dagli esordi il lavoro del Lemming è caratterizzata dal tentativo di immergere lo spettatore nel flusso emotivo di un evento in cui la parola non vale più di uno sguardo, di una carezza, di un’immagine, di un profumo. Sottoposto ad un vero e proprio bombardamento sensoriale, lo spettatore si ritrova a vivere un’esperienza fortemente onirica, con la sensazione, simile a quella del risveglio da un sogno, di avere come perso qualcosa.
Questo lavoro propone invece una sorta di drastica riduzione rispetto alla normale complessità del linguaggio del Lemming.
Ciò consente di potersi concentrare, rispetto alla pienezza vorticosa di una sinestesia sensoriale, sull’unico senso dell’udito. E’ una riduzione che apre però altri varchi, altre vertigini, altri accecamenti.
Questo lavoro propone anche un possibile attraversamento della attività produttiva della compagnia: una piccola antologia, appunto, di parole e musiche dal Lemming.