Un fotografo londinese di moda crede di scoprire,
ingrandendo una foto scattata per caso, i segni di un delitto. Anche ad un primo approccio si scorgono gli interrogativi dietro le certezze, le zone d’ombra che permangono dietro lo sciogliersi delle immagini. Ne esce un’opera ambivalente, dai piani ribaltati, con al fondo un sapore di mistificazione che può sembrare - e forse è - nuovo per il regista. Dietro a ciò troviamo ancora, quasi dotati di una esistenza spettrale, i dissidi tradizionali dell’autore: il vecchio e il nuovo, sin dal principio, e poi nell’ambiente, in alcuni personaggi, e ancora la morte-mistero, la morte sotto l’amore, i rapporti fungibili. Ma
in evidenza è messo il carattere dell’ambiguità
(la scoperta di un delitto attraverso l’ingrandimento
di una fotografia è una vera scoperta? E il delitto è un vero delitto?) non come punto di arrivo di una falsa neutralità, di una sospensione falsamente fenomenologica, quanto proprio di una “riduzione” che vuol eliminare gli aloni semantici per ricondurre l’attenzione ai momenti
primi, recuperando le zone ritenute marginali della realtà.
PROIEZIONI: 17.30 / 20.30