Il rullo compressore e il violino: il saggio di regia con cui il 28enne A. Tarkovskij si diplomò al VGIK di Mosca sotto la guida di Mikhail Romm con Andrej Michalkov-Konalovskij, coautore della sceneggiatura (come in L'infanzia di Ivan). Il piccolo Sasha, 7 anni, che studia il violino (e per questo è vittima degli scherzacci dei monelli del suo quartiere) diventa amico di Sergej, giovane e generoso operaio che lavora su un rullo compressore per la pavimentazione stradale. Nonostante le differenze di età, classe sociale e cultura, il rapporto arricchisce entrambi. I limiti “scolastici” di questo tenero e gradevole film sono palesi, ma lo è anche la mano da autore: tematica, conflitti e parallelismi antinomici, stile, invenzioni visive, capacità allusiva di andare al di là della normalità quotidiana. Tarkovskij aveva già girato il corto Segodnja Uvol'nenija ne budet.
Tempo di viaggio: un documentario TV, girato durante la preparazione di Nostalghia (1983), penultimo film del regista. Fotografia: Luciano Tóvoli. Presentato, montato (Franco Letti) nel 1995 a Cannes ('Un certain regard'), 9 anni dopo la sua morte. Comincia in casa di Guerra e consiste in un dialogo tra i due. Lo sceneggiatore parla in italiano (o nel dialetto romagnolo per leggere le sue poesie), Tarkovskij in russo, doppiato da una voce off. Guerra l'interroga sul lavoro e i registi preferiti (Dovženko, Bresson, Antonioni, Fellini, Mizoguchi, Bergman, Paradžanov). Raccomanda ai giovani registi di servire il cinema, ma non di servirsene; insiste sull'etica inseparabile dall'estetica. Per chi crede nella grandezza poetica di Tarkovskij la sua presenza fisica di 50enne sdutto, agile, bruno è imperdibile.
Le proiezioni sono preceduten alle 17.30 dall'incontro '“L’ombelico del sogno” nel cinema
di Andrej Tarkovskij. A cura di Rosamaria Salvatore.