Torna alla Fenice un capolavoro del repertorio francese assente dal 1997: 'Carmen' di Georges Bizet, opéra-comique in quattro atti su libretto di Henri Meilhac e Ludovic Halévy tratto dalla novella omonima di Prosper Mérimée.
L’opera, proposta in un nuovo allestimento coprodotto dalla Fondazione Teatro La Fenice con il Gran Teatre de Liceu di Barcellona, la Fondazione Teatro Massimo di Palermo e la
Fondazione Teatro Regio di Torino (già presentato a Barcellona nel settembre 2010 e a Palermo nel novembre 2011), permette di apprezzare per la prima volta a Venezia il lavoro del regista spagnolo Calixto Bieito, con le scene di Alfons Flores e i costumi di Mercè Paloma.
L’Orchestra e il Coro del Teatro La Fenice (maestro del coro Claudio Marino Moretti) e il coro di voci bianche dei Piccoli Cantori Veneziani (maestro del coro Diana D’Alessio) sono diretti dal trentenne maestro israeliano Omer Meir Wellber. Interpreti principali: Béatrice
Uria-Monzon in alternanza con Katarina Giotas nel ruolo di Carmen; Stefano Secco in alternanza con Luca Lombardo in quello di Don José; Alexander Vinogradov e Károly Szemerédy in quello di Escamillo; Ekaterina Bakanova e Virginia Wagner in quello di Micaëla; Chiara Fracasso nel ruolo
di Mercédès e Sonia Ciani in quello di Frasquita.
La prima rappresentazione ebbe luogo all’Opéra-Comique di Parigi il 3 marzo 1875. Ultima fatica di Bizet – che morì tre mesi dopo, amareggiato e deluso per il suo insuccesso –, 'Carmen' apportò una ventata di novità nella tradizione dell’Opéra-Comique, violando gli orizzonti d’attesa del benpensante pubblico parigino. Sigaraie, contrabbandieri, donne di malaffare, traviamento, sensualità, carnalità, personaggi loschi ed equivoci non si confacevano di certo agli ideali della borghesia francese: il verismo di Mérimée, accettato sulla carta stampata, risultava, pur con tutti gli alleggerimenti operati (cori e danze, couleur locale spagnoleggiante, l’aggiunta del personaggio di Micaëla), troppo crudo nella trasposizione scenica.