Il ciclo delle mostre dossier di Ca’Pesaro, ospitate al primo piano del museo, prosegue con una mostra che si configura come una messa a fuoco dell’attività grafica di Raffaele Boschini (Venezia 1893 – Milano 1960), nel tentativo di sottrarre l’artista veneziano dall’ingiustificata “zona d’ombra” nella quale è stato sino ad oggi confinato.
Le cinquantadue opere grafiche esposte sono una selezione fra gli oltre novanta pezzi donati a Ca’ Pesaro dalla famiglia nel 1977 e che formano una delle più cospicue raccolte del Gabinetto Disegni e Stampe del museo. Sono opere che coprono solo gli anni giovanili dell’artista, fino al 1922, ovvero dalla permanenza nello studio di Ca’ Pesaro fino ai primi anni milanesi, ma probabilmente i più interessanti nell’intera sua parabola artistica.
Tra i primi ad entrare negli studi Bevilacqua La Masa dove rimane dal 1910 al 1915, anno in cui si trasferisce nella più mondana Milano, Raffaele Boschini si lega immediatamente all’artista Ugo Valeri, scomparso tragicamente proprio a Ca’Pesaro nel 1911. Valeri lascia in Boschini tracce e segni inconfondibili, confermati dalle linee sospese ma certe di alcune figure nelle quali si coglie il sapore degli anni Venti, che risalta nei disegni e negli acquerelli dell’artista, lasciandoci la nostalgia di qualcosa che oltrepassa e travalica lo sguardo per raggiungere l’intimità dell’individuo.
Questo affetto, questo calore, identificano la satira del veneziano Raffaele Boschini (1893-1960) di cui Ca’ Pesaro, grazie alla cospicua donazione della famiglia, conserva numerose opere grafiche, campo prescelto fin da subito dall’artista e appreso dal padre, tra disegni, acquerelli, incisioni, xilografie, puntesecche, acquetinte, litografie e monotipi.