Cento anni fa nasceva Vittorio Felisati, un appuntamento col calendario della storia su cui il Comune di Venezia richiama doverosamente l'attenzione non solo della comunità nella quale egli ha speso la sua vita feconda, ma anche degli appassionati e attenti estimatori e lettori dell'arte e della società nel suo divenire.

Felisati a partire dagli anni Venti del Novecento e fino agli scorci del secolo, grazie anche ad una vita lunga e costantemente feconda ha fatto di Mestre la sua prima e vera fonte di ispirazione, oltre che soggetto privilegiato. Ripercorrendo i suoi quadri si possono così ora cogliere e vivere, nella trasfigurazione cromatica, le modificazioni urbane e umane, in un secolo decisivo per l'identità della Terraferma. Nonostante il saccheggio cementificatorio e la disumanizzazione delle fabbriche, le suggestioni liriche che ne promanano mostrano differenti possibilità di lettura e di vita, al di là della negatività.

Rimane costante il confronto con l'interfaccia liquida, la laguna, da cui Vittorio esclude per paradosso la città storica di Venezia, per recarsi in un pellegrinaggio di luce, che aveva visto Gino Rossi primo esploratore, direttamente a Burano. Con Felisati un gruppo di pittori amici e sodali, a cominciare da Gigi Candiani, con cui si crea una comunità elettiva, utile per un costante scambio di esperienze e valori umani, rifiutando il solipsismo dell'artista e privilegiando piuttosto il piacere del fare pittura. Questa comune appartenenza ad un progetto figurativo non solo ha connotato un territorio vivacizzato da una esperienza nuova, ma ha determinato una linea di pittura oggi identificata quale 'scuola di Burano'. La propensione di Felisati alla relazione, che partiva dall'umanissimo senso di consapevolezza dei propri limiti che si traduceva in una naturale modestia, ha sempre favorito uno spontaneo moto di simpatia nei suoi confronti ed è stato il modo con cui egli ha costruito un legame più largo con la comunità di Mestre.

La sua lezione, gioiosamente serena e accogliente, di arte e di vita, si staglia con nettezza in un tempo di passioni tristi e solitudini metropolitane. Il modo migliore per riprenderla non può che essere, allora, quello di mostrare l'opera del suo artefice. Per questo una grande mostra antologica, allestita presso il Centro Culturale Candiani, per la cura di Francesca Brandes con la collaborazione del Circolo Arci Q 16 Gazzera, ripercorrerà dal 28 ottobre al 18 novembre temi ed evoluzioni espressive. Fra i gioiosi colori di Felisati è possibile apprezzare i suoi verdi e i suoi toni pastello, che trascendono i venezianissimi porpora e oro, per mettere in primo piano la ferma levità della speranza.