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Top Dops. Manager alla deriva - Conversazione con Urs Widmer

«Top Dogs parla di quei disoccupati – un tempo appunto ‹top dogs› e non ‹underdogs› – che avevano in mano le leve del potere prima di essere licenziati. Di quadri medi e alti e non, per una volta, di coloro che costituiscono il grande esercito dei senzalavoro, destinato a divenire sempre più numeroso. Ma anche gli ‹eroi› della nostra pièce stanno aumentando». Così scrive Urs Widmer in appendice al suo lavoro teatrale, presentato sulla scena zurighese nel 1996. Il testo ha ispirato la genesi del progetto Drammaturgia contemporanea nella Svizzera tedesca: Top dogs di Urs Widmer realizzato nel programma formativo di Shylock Centro Universitario Teatrale di Venezia. Un work in progress a tappe incrociate che ha coinvolto soprattutto giovani studenti e neolaureati in un’esperienza pluridisciplinare e operativa, chiudendo la prima fase dell’Azione col debutto dello spettacolo al Teatro Fondamenta Nuove di Venezia nel 2008. L’iniziativa vede ora lo sviluppo della seconda fase con la presentazione della traduzione italiana.

L’iter progettuale sulla pièce di Widmer si è articolato attorno al difficile contesto che essa esplora con geniale maestria. Siamo nella Zurigo degli anni Novanta, ma potremmo essere altrove e oggi. Il tema è più che mai attuale: disoccupazione strutturale in un mercato del lavoro in affanno. Protagonista è un manipolo di manager stacanovisti alle prese con il trauma di un licenziamento inatteso. Fragili e isterici, disperati ma agguerriti, i «rottami dei colletti bianchi» si sottopongono a una terapia di gruppo per sopravvivere alla perdita del posto di lavoro ed essere reintegrati nella società. Top Dogs disegna a tratti tragicomici i destini di queste vittime dell’economia globalizzata, figli ripudiati di quelle grandi aziende che un tempo avevano garantito loro status, identità e potere. Mirabile esempio di teatro post-drammatico, la pièce si propone come riflessione – spassosa e amara insieme – sulla spietatezza del mondo del lavoro, sull’inaridimento emotivo e linguistico dell’homo oeconomicus, sul fallimento e la perdita di senso dell’io. Argomenti scottanti tanto da indurre a scavare su quel processo che determina, all’interno del sistema sociale e, lo scontro tra personalità alienate, un gioco al massacro dove a turno si è carnefici e vittime.

Urs Widmer, nato a Basilea nel 1938, è una delle voci più significative della letteratura svizzerotedesca contemporanea. Autore estroso e fecondo, ha pubblicato numerose opere di teatro, narrativa e saggistica. Vive a Zurigo. In Italia è noto per il romanzo L’uomo amato da mia madre (Milano 2002). Top Dogs, testo del 1996, è senza dubbio il suo lavoro più celebre, insignito del Mülheimer Dramatiker Preis e del premio all’innovazione del Berliner Theatertreffen.

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Auditorium Santa Margherita - Università Ca'Foscari
Dorsoduro, Campo S.Margherita 3689 - 30123 Venezia
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