conferenze e convegni
L'immaginario - rivista orale 22

Immagino d’immaginare e così facendo intercetto il mondo delle probabilità. Coniugo il mio tempo al condizionale, tracciando i perimetri culturali di una realizzabilità in potenza, prossima all’atto e all’attuabilità. In questo spazio in costruzione si sedimentano le grammatiche spirituali della pittura, della musica, della parola. Se il certo è piatto e definito, l’Immaginario è tondo, indefinitamente costruibile; se la realtà è prosa analitica, l’immaginario è il poetico tragitto implicante, inferente e sintetico verso la definizione di una realtà umana totalizzante. Negare l’immagine è più difficile che negare la parola e creare l’immagine equivale a formare i nostri saperi, ad asserire il vero, poiché di tutto posso dubitare ma non della realtà dell’immagine. Impedirci quindi di immaginare equivarrebbe a impedirci di aderire a precetti di onestà, a relegarci alla pena dell’eterna menzogna. Nell’immagine presenzio senza apparire, come in un dipinto o in una fotografia, sfumando i miei contorni nell’altro-da-me. L’immagine è una citazione del pensiero, un’occupazione militare della sfera dell’intelletto, inquadra e dispone, collocando la mia visione quanto più prossima all’Idea. Nel complicato e magmatico sistema di simboli e segni che struttura la visione prima che questa muti in codice, individualmente individuato e socialmente condiviso, si struttura la mimesi alla quale l’arte mira, reale senza essere forzatamente realista, evitando con cura di scomporre questa verità per comprenderla, casomai riassumendola in una dogma universale – quello dell’arte stessa - per meglio osservarla, sovrapponendone tutte le tensioni come essenze formanti di un universo anch’esso in formazione, nel quale ogni oggetto è specchio del soggetto. Ecco allora cogliere oggettivamente con gli occhi di chi ha visto, con le orecchie di chi ha ascoltato, con le mani di chi ha toccato, con le immagini di chi ha immaginato, finendo così per ricollocarsi nelle figurazioni partecipate di altri riconoscendole come proprie. Il 31 maggio 2013 immaginiamo con Roberta Borghi e cORPI sCENICI (regia e teatro), Gianni Checchin (filosofia), Massimo Donà (musica), Roberto Ferrucci (narrativa), Daniele Goldoni & C. (musica), Gudrun Krebitz (video arte), Silvestro Lodi (arti visive), Alberto Madricardo (filosofia), Cristina Morello (fotografia e video), Gaetano Salerno (critica d’arte).

Testo a cura di Gaetano Salerno.

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DoLuMaMeGiVeSa
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Centro Culturale Candiani
Piazzale Candiani 7 - Mestre (VE)
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