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Storia di Dolores. Lettera al padre che non ho mai avuto

L'Associazione culturale Concerto d’Arte Contemporanea presenta il libro di Francesca Nodari: Storia di Dolores. Lettera al padre che non ho mai avuto (Pagine Editore, Roma) che si tiene PaRDeS – Laboratorio di Ricerca d’Arte Contemporanea.

L’autrice intrattiene un dialogo sul tema “L’Altro nell’arca” con Enrico Gusella.

L’incontro è organizzato nell’ambito dell’esposizione d’arte contemporanea “Progetto ARCA”, a cura di Maria Luisa Trevisan, PaRDeS.

Maria Rita Parsi, psicoterapeuta e scrittrice, nel premessa al libro di Francesca Nodari, collega l’essere pensante all’espressione “padre” e delinea il senso totale del padre ed il suo tradimento. «Colei che scrive la lettera al padre, Dolores non solo non ha mai avuto ‘quel’ padre, ma costui non è mai stato padre per lei... “, scrive la Parsi. Nel senso che non è mai stato colui che protegge e nutre come indica la sua radice sanscrita “pa” (“pita”, padre in sanscrito), a cui si collega anche il greco “patèomai” (nutrire). Anzi vi è un incomprensibile e irrazionale rifiuto, “segnale di latente follia, in quanto è reiettivo di qualcosa che è geneticamente legato a sé, senza possibilità di cancellazione”. Il libro offre l’occasione per interrogarci su cosa sia la paternità oggi, dal momento che tra padre e figlio non vi è un legame così carnale come invece si ha con la madre. Il percorso di riconoscimento reciproco è meno immediato, ma comunque “naturale” che porta ad un “rapporto giuridico/affettivo unico e privilegiato”. La storia è narrata da Francesca Nodari per dire «basta» alla presunzione degli incubi, per giurare che una madre, «intelligente e bella» può sostituirsi ‘in toto’ ad un padre falso, violento e pazzo. Francesca parla con se stessa per narrare l’incubo di un tempo troppo lungo per stare incamerato dentro di sé. Le parole giuste vanificano il male, il verbo redime e Dolores, per cultura e vita, scopre le armi della libertà e del riscatto, per sè e la madre, per quell’umanità indisponibile alla rottura del patto genitore-figlio. Il libro è la condanna in piazza di una violenta irresponsabilità. “Il concatenarsi dei pensieri in questa requisitoria che, a Dolores serve per depurarsi del veleno iniettatole da Belzebù e dai suoi rifiuti fa affiorare l’importanza del pensiero come superamento del male con cui gli altri possono colpirci. E questo pensiero si nutre delle preziose riflessioni di grandi pensatori e scrittori. E qui la filosofia è la medicina per sopportare quel rifiuto paterno. Su tutti i pensatori, poi, rifulge Emanuel Levinas, il filosofo franco lituano che tanta traccia di sé ha lasciato nel nostro tempo. E’ lui come una face, ad indicare il cammino di liberazione a Dolores; a confortarla con le sue universali verità. E’ lui suo padre. Una scoperta che sorge limpida come un’alba di primavera».

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PaRDeS - Laboratorio di Ricerca D’Arte Contemporanea
Via Miranese 42 – 30035 Mirano (VE)
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