La retrospettiva che il Comune di Portogruaro ha voluto dedicare a Eugenio Enrico Milanese, a due anni circa dalla scomparsa, vuol essere un omaggio non solo al pittore che ha partecipato attivamente con la sua opera d’artista e le sue idee alle attività culturali della città, ma anche al cittadino che spesso ha colloquiato con autorità e giornali sui problemi legati al benessere del territorio.

L’idea ha trovato un’immediata e generosa adesione nella famiglia dell’artista e sostegno in un gruppo di amici, tra questi in particolare il dott. Sinclair Ravazzolo e la prof. Tiziana Pauletto, curatrice della mostra incaricata dalla famiglia.

“Questa mostra vuole essere un riconoscimento a Merik artista e a Merik persona impegnata nella vita civile della città, legato alla sua terra e alla sua gente. Portogruaro – la Sua Città – gli dedica questa Mostra, che vuole onorarlo come merita perché ne è stata onorata”, ha detto l’Assessore alla Cultura Maria Teresa Ret.

Nell’intento di ricostruire la personalità e la storia umana, oltre che artistica, di Enrico Milanese le opere in mostra sono organizzate per temi o generi, piuttosto che secondo il classico ordine cronologico delle mostre retrospettive o antologiche, serbando quest’ultimo criterio per il gruppo di lavori che vanno dagli anni ’60 agli ’80 del Novecento e, per quanto possibile, all’interno di ogni sezione tematica.

Questa operazione consente al visitatore di rendersi conto dell’incessante lavorio di pensiero di Merik, così come si è chiamato dagli anni ‘60, e del riproporsi ciclico di alcuni temi fondamentali nella sua opera e, non ultima, della varietà delle tecniche da lui preferite.

La mostra non pretende di essere esaustiva del percorso artistico del pittore portogruarese: si sono infatti compiute alcune esclusioni tra le quali l’arte sacra, che pure è un filone che l’artista ha nel tempo coltivato e che è culminata nella Crocifissione ora esposta nella chiesa di Santa Rita; la produzione grafica, per lo più disegni a penna, carboncino e pastelli, è solo in parte esemplificata nella Casa Pasquale, e, a titolo di citazione, l’esposizione ospita anche alcuni pezzi di ceramica.