Eastern promises, livido horror sociale di Cronenberg,
è un film sconvolgente per cosa dice, come lo dice, quanto lo dice: nessuno è come sembra. Ideale seguito di quel doppio western che era History of violence, La promessa dell’assassino” si svolge fra i capoccia della mafia russa a Londra in un intrigo laocoontiano di razze, violenze, un trionfo del malaffare organizzato dai grandi boss della casta criminale russa approdato nella Londra off turismo.
Dove vive e prospera, trafficando in corpi e prostituzione, la famiglia affiliata alla fratellanza che ha espulso dalla propria morale ogni comandamento: padrino è il proprietario di un ristorante transiberiano che lavora col figlio, giovane uomo senza qualità, ma il suo vero alter ego è un
misterioso autista killer senza cuore. Finché, un
Natale, incontra una bionda ostetrica che ha appena
visto morire una ragazzina di parto, ha preso
la piccola cercando di scoprire cosa si celi dietro
questo scenario di povertà postdickensiana. Il
Male che viene dall’Est, non immune dal Kgb, è organizzato meglio, ma lo spostamento di una pedina rompe tutti gli equilibri. Sarà l’inizio di una metamorfosi che vede un cambio della guardia associato alla patologia autodistruttiva filiale, alla regola del clan.