Roma anni ’80, un quartiere di periferia. La seriosa professoressa Ida, di origini napoletane, tenta di vincere la solitudine: in un lungo weekend immerso nella luce di una limpida primavera, Ida dà ripetizioni a un suo studente, riceve un giovane idraulico per un guasto forse inesistente, guarda la tivù, ascolta musica, indossa abiti che la fanno sentire diversa. Ma soprattutto sogna: sogni carichi di desiderio, in cui proprio quei due giovani uomini assumono il ruolo di amanti e vittime. Sogni che prendono corpo… diventando, forse, reali. La protagonista è una donna ormai sfiorita, che sembra nascondere qualcosa di oscuro… a metà fra la serial killer italiana Leonarda Cianciulli e la Bette Davis di “Che fine ha fatto Baby Jane?”. Una delle tante donne borderline raccontate da Annibale Ruccello, autore prematuramente scomparso e indiscusso “enfant prodige” della drammaturgia italiana. Con mano sapiente e grande capacità di orchestrare il racconto Ruccello scrive un testo a metà fra la sceneggiata e il noir, interpretato da tre attori di grande talento che incarnano alla perfezione il profilo dei protagonisti. Un testo che resta costantemente in bilico tra realtà e finzione, ricco di suspance e di continui stravolgimenti… e proprio quando al pubblico sembra di avere chiaro il quadro morale e umano dei tre protagonisti, cominciano improvvisi capovolgimenti e colpi di scena.