Sabato 11 e domenica 12 gennaio la Fondazione Ugo e Olga Levi di Venezia ospita il convegno di studio “La lezione del Professor d’Organi Gaetano Callido”, organizzato in collaborazione con Asolo Musica Veneto Musica nell’ambito delle attività del Comitato Regionale per le celebrazioni del II Centenario della morte di Callido (Este,14 gennaio 1727-Venezia 8 dicembre, 1813).
L’appuntamento si prefigge di porre in rilievo l’inestimabile patrimonio strumentale di Scuola Veneta e di accogliere riflessioni di autorevoli studiosi sulle problematiche relative alla sua salvaguardia e valorizzazione. Tra i numerosi relatori anche il celebre organista e musicologo Luigi Ferdinando Tagliavini, che terrà anche un recital sabato alle 19,30 all’organo Callido della chiesa di S.Trovaso.
Nelle scritture che stipulava con le varie committenze, il grande organaro veneto Gaetano Callido (Este, 1727 - Venezia, 1813) soleva definirsi 'Professor d'Organi'.E a conclusione di un anno di concerti, Festival, iniziative didattiche e promozionali attorno agli organi callidiani, il *Comitato Regionale per le celebrazioni del II Centenario della morte di Gaetano Callido* riunirà alla *Fondazione Ugo e Olga Levi* insigni musicologi, musicisti, organari, dirigenti e funzionari pubblici per indagare su “La lezione del Professor d’Organi Gaetano Callido”. Una “lezione”, quella di Callido, che ha portato al perfezionamento di quella Scuola Veneta d’arte organaria fondata dal suo Maestro Pietro Nacchini, e che ancora oggi è studiata e ammirata da studiosi e appassionati di tutto il mondo per i pregevoli strumenti sparsi in tutto il territorio veneto (e nelle regioni che subirono l’influenza culturale della Serenissima), che continuano - grazie anche ad accurate conservazioni e sapienti restauri - a far vibrare l’inimitabile “voce” di quei capolavori.
Si tratta di organi costruiti da vere e proprie squadre di lavoro che comprendevano falegnami, scultori, imbianchini, fabbri e muratori coordinati da straordinarie figure di organari capaci di conciliare il momento ideativo con la fase costruttiva, mettendo al servizio dell’opera un intreccio di competenze personali che spaziano dall’ingegneria alla musica, dalla fisica alla falegnameria, dall’estro inventivo alla scienza metallurgica. Strumenti che hanno echeggiato solennemente, non solo nei templi delle principali città, ma anche in quelli dei piccoli centri, le cui comunità, a prezzo anche di grandi sacrifici, hanno voluto ornare le loro chiese con opere straordinarie, ancora oggi insuperabili. Tanto che che Francesco Zanin, presidente dell’Associazione Italiana Organari, può affermare: “Il nome Callido evoca non un organo qualsiasi ma un punto di riferimento per generazioni e generazioni di costruttori edanche la mia famiglia,a partire dal suo capostipite Valentino(1797-1887), lo adottò materialmente, tanto che ancora oggi le canne di ripieno e parte dei Flauti e dei Contrabbassi sono normalmente realizzate con le stesse fattezze e gli stessi materiali”.