Ancor prima che Sigmund Freud ponesse le basi della psicoanalisi, l’esplorazione dell’inconscio sarebbe stata una delle grandi sfide musicali del XIX secolo. A partire dai virtuosi romantici, fino ai rappresentanti della modernità della Belle Époque, molti musicisti attraverso il loro linguaggio universale hanno cercato di condividere la propria percezione del mondo. Strumento privilegiato dell’espressione individuale, il pianoforte ha allora visto
il suo repertorio arricchirsi di molteplici «ricordi» o «parafrasi».
I compositori offrivano agli ascoltatori la loro rilettura di frammenti di opere, di temi musicali ascoltati nel corso di viaggi o semplicemente di ambienti sonori esotici (dall’Italia all’Asia, passando per il Medio Oriente).