Nella pittura veneziana del Settecento le maschere furono prevalentemente associate alle allegre e brulicanti rappresentazioni del Carnevale, delle regate e delle festività civili, come testimoniano numerose vedute di Canaletto e Francesco Guardi; altre figure mascherate accalcarono gli eleganti interni raffigurati nei quadri di Pietro Longhi. Grazie a questi e ad altri artisti, l’immagine di Venezia e quella delle maschere iniziarono da allora a costituire un binomio indissolubile, che ancora oggi persiste nell’immaginario iconografico collettivo. La figura in costume, con il viso totalmente incipriato o occultato dalla maschera – per lo più la famosa bauta con cappello a tricorno – divenne così uno dei massimi emblemi della “venezianità”.