«La mia transizione da quanto è finora stato uno stile di architettura “autoprodotto” verso il mio presente modo di lavorare è accaduta in un momento in cui mi trovavo nella necessità di definire il mio futuro in architettura. È successo a fine 2004, durante una visita al Parc Güell di Gaudí a Barcellona. Ciò che vedevo mi estasiava: non sono mai stato ispirato da spazio o manufatto come in quel giorno. Al di là dell’ovvia attrazione verso i colori delle decorazioni, ciò che mi ha affascinato di più sono stati i lavori in pietra scolpiti in diverse forme. Ho visto soluzioni strutturali create da forme che si intersecavano e che sembravano spontanee; così naturali eppure controllate da una precisa geometria. Quanto ho visto in quel giorno del 2004 è all’origine di un cambiamento in me, uno spiegarsi, ed è ciò che mi ha portato a essere qui oggi». (Fred van Brandenburg)
Con queste parole l'architetto parla del suo progetto affascinante che potrete ammirare nei suoi dettagli compositivi e nelle sue essenziali caratteristiche al museo diocesano nella mostra in corso in concomitanza con la biennale di architettura, fino al 26 novembre.