La Resistenza? 'E' l'adolescenza di una nazione', chiosa il sottotitolo dello spettacolo di Moira Mion 'Il sole fa ombra solo alle spalle', con cui si chiuderà il programma di MESTRESISTE 2014, che si terrà a Forte Marghera sabato 6 e domenica 7 Settembre.

Il punto è: 'è l'adolescenza di una nazione', non 'fu'. Resistere contro le aberrazioni e le ingiustizie, contro i soprusi ai danni delle persone o del territorio, contro tutto quanto attenta alla pace e alla legalità è un atto sempre attuale, sempre presente, e al presente va pensato e coniugato. Una 'adolescenza' attraverso la quale una comunità, una società, un popolo prepara - in ogni tempo e in qualunque luogo - la sua stagione adulta, la sua completa e compiuta maturità.

La dittatura fascista nel nostro Paese ha rappresentato un'aberrazione, una follia, una pagina efferata, così come la Resistenza italiana storicamente intesa - in quel biennio 1943-45 di cui in questi anni celebriamo il settantesimo - è stata una delle pagine più alte e nobili dell'intera nostra storia. Pagina di dignità, di idealità straordinarie, di eroismo che chi volle e seppe resistere al nazifascismo scrisse - non è retorica - col sacrificio e con il sangue. E fu l'adolescenza di una nazione - di un popolo - che dopo di allora avrebbe conosciuto (anche) stagioni di straordinaria qualità democratica, di lotte, di conquiste e di diritti.

Ma il presente continua a sottoporre - davvero ogni giorno - aberrazioni, follie e pagine efferate a cui opporre una resistenza strenua e convinta. Naturalmente con gli strumenti democratici di cui si dispone proprio grazie alla lotta di Liberazione di settant'anni fa.

La guerra, e la negazione dei diritti dei popoli, continuano ad essere delle efferate follie, e non c'è centenario della prima guerra mondiale che possa convincerci che un conflitto vada celebrato. Così come efferate sono le situazioni che costringono gli 'infelici molti' del nostro mondo globale a cercare altrove un destino migliore mettendo a repentaglio la vita e magari trovando, all'arrivo, solo lo stigma di 'clandestino'. Follie sono la sopraffazione, l'illegalità, la mafia; aberrante è lo sfruttamento di chi lavora come la devastazione dell'ambiente in cui viviamo e dell'aria che respiriamo.

Sono i banchi di prova della nostra Resistenza del presente, di quella 'adolescenza' attraverso cui approdare ad una matura stagione di progresso e modernità autentica.

Sono i temi che questa la quarta edizione di MESTRESISTE (già quattro anni...!) prova a toccare con la formula che le è stata sempre propria e che la città ha fino ad ora dimostrato di apprezzare: i grandi temi, i valori, le battaglie ideali toccati o evocati soltanto con la forza comunicativa, le suggestioni e le emozioni che sa trasmettere l'arte.

La Resistenza di ieri e di oggi che ci parla con i linguaggi del teatro, della musica, della poesia, della performance. Come è capitato di riassumere altre volte, un'occasione in cui stanno un po' in disparte le parole di dibattiti e convegni, e prende il sopravvento la parola, cantata o recitata da un palcoscenico. Con la specificità - quest'anno - di molti allestimenti nati da progetti e laboratori del territorio, fra i giovani, nelle scuole. Forse il modo più vero, fresco e vibrante per trasmettere memoria e motivazioni per resistere.