Tit. Or. Trois couleurs: blanc
Regia di Krzysztof Kieślowski. Int. Zbigniew Zamachowski, Jerzy Stuhr, Janusz Gajos, Julie Delpy, Aleksander Bardini
Dur. 89’
Obbligato al divorzio dalla moglie Dominique a causa dell’impotenza, il parrucchiere polacco Karol deve lasciare Parigi e tornare senza un soldo in patria. Qui, dopo essersi arricchito, inscena la propria morte con l’aiuto di un amico per riprendersi una crudele rivincita sull'avida consorte e riconquistare così le “eguaglianze” perdute a Parigi, cioè la sua superiorità di uomo-maschio su di lei e la parità di
uomo dell’Est nei confronti del mondo occidentale.
L’epilogo, un po’ noir su tanto fondo bianco, ha una sua misura di sorpresa che si stende, in un certo senso, anche sui modi che governano il film, ironico, grottesco, parodistico dopo le suggestioni del regista in termini di melodramma mistico (La doppia vita di Veronica, Film blu); altro elemento significativo è quello del realismo, di una realtà sminuzzata, fatalistica e polacca, quindi a suo modo
fantastica nella rappresentazione che riconduce, non solo visivamente ma anche nelle strategie del linguaggio, ai momenti migliori del Decalogo.(Claudio Trionfera in Il Tempo, 17 febbraio 1994)