Tit. Or. Trois couleurs: rouge
Regia di Krzysztof Kieślowski. Int. Irène Jacob, Jean-Louis Trintignant, Frédèrique Feder, Jean-Pierre Lorit, Samuel Le
Bihan (1994)
Durata 99’
Avendone investito accidentalmente il cane, Valentine fa conoscenza con un giudice in pensione che vive solo col suo pessimismo radicale e con un’apparecchiatura elettronica con la quale si diletta ad ascoltare le telefonate dei vicini. Contemporaneamente la ragazza attira l’attenzione di August, neoavvocato coinvolto nell'autodenuncia del giudice -
deciso a rivelare di aver infranto la legge - che farà
in modo di essere nello stesso traghetto che porta
Valentine in Inghilterra a trovare il fidanzato. Ultimo film della trilogia, mette a confronto due idee opposte: Valentine pensa che dedicarsi agli altri sia un dovere morale; il giudice, invece, sa benissimo che non ci si può far carico delle vite degli altri e quindi si limita ad osservarle da lontano. Kieślowski mette così l’una contro l’altra due idee del mondo, governata dal Destino la prima, dal Caso la seconda. E in un finale inaspettato, quando
dal traghetto affondato si salvano tutti i protagonisti
dei tre film sui colori, il regista rimescola le
sue carte, suggerendo che forse destino e caso sono termini intercambiabili. Ultimo film di Kieślowski. (Paolo Mereghetti in Il Mereghetti - Dizionario dei film 1998, Baldini&Castoldi, Milano, 1997)