Adattamento da testi di Ruzante. Regia Giorgio Sangati. Con Laura Cavinato e Valerio Mazzucato.
Uno spettacolo pieno di forza e di colore, leggero e denso di significato al tempo stesso; scherzi, rapidi dialoghi, giocosi litigi e amori sanguigni e due attori che vestono i panni di tanti personaggi diversi, ma pur sempre riconducibili a due grandi opposti che da sempre si attraggono: l’uomo e la donna.
Angelo Beolco, detto Ruzante, è uno dei più importanti e innovativi drammaturghi veneti, europei e mondiali. Il suo è un teatro espressionista, surreale, senza censura, un teatro umano perché la donna e l’uomo vengono presentati senza filtri in un mondo ridotto ai minimi termini, un mondo in crisi, come il nostro, un “roesso” mondo, un mondo alla rovescia, fatto di carestie, miseria, guerre e infinti altri oltraggi allo “snaturale”, cioè a quello che Beolco individuava come naturale punto d’incontro tra natura e uomo. “Cancaro ala roba!”, perché è proprio la roba, il denaro a ostacolare l’amore, l’unione e il piacere, specie dei più poveri, degli ultimi. In scena Ruzante e la Gnua, uomo e donna, due poli opposti e complementari, nel loro infinito, disperato ed esilarante rincorrersi, cercarsi, senza trovare pace: fraintendimenti, anomale dichiarazioni d‘amore, e piccoli inganni. Protagonista è naturalmente il pavano, vera e propria lingua teatrale adattata alla comprensibilità del pubblico di oggi senza perdere la sua ricchezza lessicale e sonora, la sua follia creativa. L’alto si fonde con il basso, il colto con il popolare, si ride e ci si commuove, di volta in volta, per toccare tutte le corde più intime e genuine dell'animo umano. Uno spettacolo pieno di forza e di colore, leggero e denso di significato al tempo stesso. Scherzi, rapidi dialoghi, giocosi litigi e amori sanguigni e due attori che vestono i panni di tanti personaggi diversi, ma pur sempre riconducibili a due grandi opposti che da sempre si attraggono: l'uomo e la donna.
Infine una grande storia d'amore vista nel suo svolgersi, nelle sue lotte e riappacificazioni, allontanamenti e ritorni, il tutto complicato da un'epoca di sconvolgimenti, cambiamenti e crisi profonda della società, dell'economia e della cultura: l'epoca di Ruzante, ma anche la nostra.