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Io amo l'Italia

Fotografie di Leonard Freed a cura di Enrica Viganò.

Leonard Freed si poneva molte domande, nei suoi diari fitti fitti appuntava la profonda ricerca che stava svolgendo sull’esistenza e sulle motivazioni del vivere umano. Il suo strumento era la macchina fotografica, il suo talento era la comprensione istintiva delle forme visive, il suo impegno era tutto dedicato alle persone e, di conseguenza, alla madre di tutte le domande: chi siamo?

Osservava il mondo cercando una risposta universale e capillare allo stesso tempo. Sceglieva lui stesso i temi su cui lavorare e si immergeva fino alle radici, fino alla linfa genitrice dei comportamenti umani. E ogni volta spiegava qualcosa di più dei soggetti ritratti, ovviamente, ma anche di noi stessi e soprattutto del suo sé: “La mia macchina fotografica è il mio lettino dello psichiatra”. Ma la sua sfida poderosa la lanciò alla quarta dimensione: il tempo. “La cosa che sto cercando di mettere nelle mie fotografie è l’elemento del tempo. Il tempo passa e noi abbiamo bisogno di esserne consapevoli. La fotografia ci può dare questa consapevolezza”. Probabilmente questa diventa una componente determinante del suo innamoramento per l’Italia, un luogo dove presente e passato convivono e interagiscono in maniera tangibile e metamorfica. Di fatto il suo amore, verbalizzato in ogni occasione, testimoniato da più di quarantacinque viaggi nel nostro paese ed espresso in migliaia di negativi, è una love story con la gente che popola la penisola e che rendeva ogni sua visita un’esperienza unica e irripetibile. Il suo pellegrinaggio italico, durato a più riprese quasi 50 anni, era per lui fonte di vita, arricchiva il suo spirito e gli dava infinita materia per il suo studio puntuale della natura umana, di cui gli italiani, secondo lui, ne rappresentavano una delle migliori manifestazioni.

Leonard Freed non lavorava seguendo i fatti dell’attualità, cercava piuttosto una dimensione più contemplativa che gli permettesse di raccogliere impressioni, sentimenti e atmosfere rivelatrici di una verità soggettiva, ma suggerente. “Fondamentalmente penso che ci siano fotografie ‘informative’ e fotografie ‘emotive’. Io non faccio fotografie informative, non sono un fotogiornalista, sono un autore, non sono interessato ai fatti. Io voglio mostrare atmosfere”.

Determinato e insaziabile camminava nel mondo alla ricerca di se stesso, collezionando momenti che metteva anche a nostra disposizione, umilmente, senza pretesa di risposte assolute, ma col desiderio di porgere elementi di un tutto: il tempo, le origini, le aspirazioni, gli errori, le relazioni tra le persone, le religioni, le culture e i popoli. (Enrica Viganò)

dettagli
Biglietto: intero 5 euro – ridotto 3 euro (Candiani Card, Cinema Più, IMG Card, studenti)
approfondimenti
quando
dal 21/11/14 al 01/02/15
DoLuMaMeGiVeSa
Orario: (scegli la data)
Giorni di chiusura: lunedì e martedì
dove
Centro Culturale Candiani
Piazzale Candiani 7 - Mestre (VE)
Terraferma
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