musica
Concerto Yuri Termirkanov

Franz Joseph Haydn: Sinfonia N. 94 in Sol maggiore 'La Sorpresa'

Dmitrij Šostakovič: Concerto per pianoforte, tromba ed orchestra d’archi N. 1, Op. 35

Johannes Brahms: Sinfonia n. 2 in Re maggiore, Op. 73

Orchestra del Teatro La Fenice

Direttore: Yuri Termirkanov

Pianoforte: Alexander Gadjiev

Tromba: Piergiuseppe Doldi

Un concerto sinfonico con l’Orchestra del Teatro La Fenice, che si aprirà con terza delle dodici sinfonie londinesi di Franz Joseph Haydn, la Sinfonia in sol maggiore Hob. I: 94 detta La sorpresa (1792), e proseguirà con il Concerto per pianoforte, orchestra d’archi e tromba in do minore op. 35 di Dmitrij Šostakovič, composto a Leningrado nel 1933 e interpretato dal ventunenne pianista goriziano Alexander Gadjiev, vincitore nel 2013 della 30ª edizione del Premio Venezia, e da Piergiuseppe Doldi, prima tromba dell’Orchestra del teatro veneziano.

La seconda parte della serata sarà interamente dedicata alla Sinfonia n. 2 in re maggiore op. 73 di Johannes Brahms, composta a Baden-Baden nel 1877 e talora considerata come la «Pastorale» di Brahms.

Il concerto costituirà l’ottavo appuntamento della Stagione sinfonica 2014-2015, e sarà replicato sabato 4 aprile. L’esecuzione del 2 aprile sarà preceduta alle 19.20 nelle Sale Apollinee da un approfondimento del programma musicale a cura del musicologo Roberto Mori, a ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili.

Affrancato dai vincoli con i principi Esterházy, Franz Joseph Haydn approda a Londra nel 1791. Accolto con eccezionale calore fin dal primo concerto, nel corso dei due soggiorni londinesi compone dodici straordinarie sinfonie alcune delle quali ricevono soprannomi evocatori: Surprise, Miracle, Military, The Clock, Drum Roll. Nel caso della Sinfonia n. 94, i due appellativi (La sorpresa nei paesi anglosassoni e Colpo di timpano in quelli di lingua tedesca) derivano dal fortissimo di tutta l’orchestra rinforzato dal timpano che caratterizza il secondo movimento. Eseguita per la prima volta il 23 marzo 1792 sotto la direzione del compositore, è la terza delle sinfonie «londinesi» e si articola in un Vivace assai preceduto da un Adagio cantabile introduttivo, un Tema con variazioni, un Minuetto che ricorda i Ländler tedeschi, e uno scattante Allegro di molto conclusivo.

La produzione concertistica di Dmitrij Šostakovič comprende due composizioni dedicate al pianoforte, due al violino e due al violoncello. La stesura del Concerto in do minore per pianoforte, tromba e orchestra op. 35 risale al 1933, nel pieno di una crisi espressiva del musicista iniziata dopo la Lady Macbeth e che troverà un parziale superamento con la Sinfonia n. 4. Lavoro di grande eclettismo tecnico ed estetico, oscillante tra adesione alla tradizione romantica e sarcasmo graffiante, questo concerto dall’organico quasi cameristico, con il pianoforte accompagnato dai soli archi e dai ‘commenti’ della tromba concertante, è una sorta di mosaico realizzato in buona parte con autoimprestiti e rimandi a temi di altri autori (primo tra tutti Beethoven, con l’incipit dell’Appassionata) e a melodie popolari entro una cornice rapsodica. Il risultato è un eccentrico divertissement musicale che Šostakovič, dopo la prima esecuzione a Leningrado (15 ottobre 1933), difenderà rivendicando «il diritto di ridere della musica seria».

La composizione della Prima Sinfonia aveva richiesto a Johannes Brahms una lunga gestazione: quasi un quindicennio di dubbi e rielaborazioni. La Sinfonia n. 2 in re maggiore op. 73 nasce invece quasi di getto durante l’estate del 1877. La prima esecuzione a Vienna, il 30 dicembre 1877, con i Wiener Philharmoniker diretti da Hans Richter, riceve accoglienze trionfali, ma al di fuori della capitale dell’impero austro-ungarico l’opera viene accusata di essere ‘leggera’ e poco beethoveniana. Si inizia così a considerare la Seconda Sinfonia la ‘pastorale’ di Brahms, e lo stesso autore la definisce «una piccola sinfonia, gaia, assolutamente innocente», salvo poi contraddirsi in una lettera all’editore Simrock: «Non ho mai scritto nulla di altrettanto triste». Considerata la diversità dei punti di vista e delle definizioni («pastorale», come s’è detto, ma anche «mozartiana», «sinfonia viennese», «l’ultima di Schubert», «una suite di valzer»), sembra esserci qualcosa di peculiare e allo stesso tempo inafferrabile nel carattere di questo lavoro. Al di là delle etichette, gli spunti lirici e gli echi pastorali che si possono cogliere nel trattamento dei fiati coesistono con la struggente malinconia romantica che emerge dalla cantabilità degli archi, in particolare dei violoncelli. Quanto ai mezzi formali, Brahms concilia la monumentalità con la sensibilità intimista, e trova una propria strada e una nuova espressività percorrendo consapevolmente la via ‘costruttivista’ del classicismo impersonato da Haydn, Mozart e Beethoven. Così, se i legami con la tradizione sono evidenti nell’articolazione in quattro movimenti, la forma sonata che rappresenta l’ossatura formale del primo e del quarto tempo è trattata con la più ampia libertà.

Yuri Temirkanov: Dal 1988 è direttore artistico e direttore principale dell’Orchestra Filarmonica di San Pietroburgo, con cui effettua regolarmente importanti tournée internazionali e registrazioni discografiche. Vincitore nel 1966 del prestigioso Concorso pansovietico di direzione d’orchestra, è subito invitato da Kirill Kondrašin a effettuare una tournée in Europa e negli Stati Uniti con l’Orchestra Filarmonica di Mosca e il violinista David Ojstrach. Nel 1967 debutta con la Filarmonica di San Pietroburgo, nel 1968 è nominato direttore principale dell’Orchestra Sinfonica di Leningrado e nel 1976 diviene direttore musicale del Teatro Kirov, carica che mantiene fino al 1988, con leggendarie produzioni di Evgenij Onegin e La dama di picche. Nel 1977 debutta a Londra con la Royal Philharmonic Orchestra, divenendone dapprima direttore ospite principale e poi, dal 1992 al 1998, direttore principale. È stato inoltre direttore ospite principale dei Dresdner Philharmoniker (1992-1997) e della Danmarks Radio SymfoniOrkestret (1998-2008), e direttore musicale della Baltimore Symphony Orchestra (2000-2006). Direttore ospite principale del Teatro Bol’šoj fino al 2009, dal 2010 al 2012 è stato direttore musicale del Teatro Regio di Parma. Le sue numerose incisioni comprendono collaborazioni con la Filarmonica di San Pietroburgo, la New York Philharmonic, la Danmarks Radio SymfoniOrkestret e la Royal Philharmonic, con cui ha registrato l’integrale dei balletti di Stravinskij e delle sinfonie di Čajkovskij. Su sua iniziativa, dal 1999 San Pietroburgo ospita nel periodo natalizio il Festival invernale internazionale «Piazza delle Arti»: punto focale dell’edizione 2013 è stato la celebrazione del 75° compleanno di Yuri Temirkanov e del 25° anniversario della sua nomina a direttore principale della Filarmonica di San Pietroburgo. Yuri Temirkanov ha ricevuto numerosi riconoscimenti in Russia, tra cui i quattro gradi dell’Ordine al merito per la Patria. In Italia ha ricevuto due Premi Abbiati (2003 e 2007), il titolo di «direttore dell’anno» (2003), il titolo di Commendatore dell’Ordine della stella d’Italia (2012) e il Premio Arturo Benedetti Michelangeli (2014).

dettagli
Biglietto: consulta il sito dell'evento
quando
dal 02/04/15 al 04/04/15
DoLuMaMeGiVeSa
Orario: (scegli la data)
dove
Teatro La Fenice
San Marco, Campo S. Fantin, 1965 - Venezia
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