Quella dell’opera italiana in Francia è la storia di un’eccezione: mentre in tutti i paesi d’Europa, era funzionante un teatro consacrato al repertorio italiano, la Francia, alla morte del cardinale Mazzarino, chiuse le porte agli artisti italiani per coltivare forme alternative. Un’arte tutta francese diventa uno strumento di potere per ribadire una supremazia politica. Pur tenendo ufficialmente fuori l’opera italiana, la Francia continuò ad intrattenere per tutto il Sei- e Settecento un rapporto di attrazione e diffidenza con musicisti d’oltralpe. Salieri, al pari di Gluck o di Piccini, illustra tale ambivalenza. Tale conferenza ricostruirà la storia di una relazione tra Francia e Italia, in materia di musica, conflittuale, ma feconda. Dopo un “prologo” sul famoso Re Sole, due saranno i sovrani più particolarmente studiati per il loro rapporto con l’opera italiana: Maria-Antonietta e Napoleone.
Conferenza di Alessandro Di Profio