Incontro con Peppe Dell'Acqua e le sue storie dalla città dei Matti
Introduce Anna Poma
Letture di Anna Toscano e Alessandra Trevisan da
'Non ho l’arma che uccide il leone. La vera storia dei protagonisti del cambiamento nella Trieste di Basaglia e nel manicomio di S. Giovanni', Edizione Alphabeta Verlag, 2014
C’era una volta la città dei matti, e i matti che di quella città erano prigionieri insieme ai custodi che ne reggevano le sorti. C’erano ovunque, in Italia e nel mondo fino a che nel nostro Paese, quarant’anni fa, qualcuno cominciò a chiedersi che ne fosse dell’umanità in quei luoghi e perché mai i sequestri, le espropriazioni, i soprusi, i diritti negati fossero chiamati “cure”. Perché mai, il sapere che fondava quel potere, si spacciasse per scienza e continuasse a essere studiato e tramandato. Prese il via a quel punto la storia, troppo spesso ignorata e misconosciuta, di una rivoluzione culturale che condurrà, in Italia, alla chiusura dei manicomi, alla trasformazione radicale delle pratiche di cura e alla restituzione dei diritti civili a chi soffre di disturbi mentali.
Non ho l’arma che uccide il leone, pubblicato da Peppe Dell’Acqua per la prima volta nel 1979 e oggi riedito, ricostruisce meravigliosamente quell’epopea gloriosa a partire dai suoi protagonisti: Franco Basaglia e un gruppo di “strani psichiatri” (tra cui lo stesso Dell’Acqua) giovani, inesperti, che accettano di provarsi a rovesciare il mondo, a dimostrare che l’impossibile può diventare possibile.
Peppe Dell'Acqua, salernitano, classe 1947, psichiatra, ha lavorato con Franco Basaglia fin dai primi giorni triestini, partecipando all'esperienza di trasformazione e chiusura dell'Ospedale Psichiatrico. Tuttora vive a Trieste dove è stato fino a marzo 2012 Direttore del Dipartimento di Salute Mentale e dove nsegna psichiatria sociale presso la Facoltà di Psicologia. E' tra i promotori del Forum Salute Mentale, avamposto per la tutela dei diritti delle persone con disturbo mentale, e del comitato stopopg. E’ direttore della Collana !80, Archivio critico della Salute Mentale.