Proiezione del film 'Accattone'
Regia di Pier Paolo Pasolini. Interpreti: Franco
Citti, Franca Pasut, Silvana Corsini,
Paola Guidi, Adriana Asti
Or. Italia, 1961 durata 116’, bianco/nero
Proiettato alla Mostra di Venezia del 1961, Accattone
si abbattè sul cinema italiano con una violenza
rinnovatrice pari a quella di Ossessione di Visconti e
di pochi altri film. Accattone fu il gesto blasfemo
con cui i sottoproletari, le prostitute, i ladri di polli
strapparono alle stars hollywoodiane, agli eroi di
guerra, ai comici del varietà un lembo di schermo,
un posto al sole nell’immaginario novecentesco. Pasolini,
già letterato di chiara fama, lo firmò come
un romanzo mostrando una via italiana al concetto
di autorialità, in risposta alla via francese, della quale
tutti i registi dal ‘61 in poi gli sono (più o meno
direttamente) debitori, a partire da Bellocchio e
Bertolucci per finire al cinema siciliano dei nostri
giorni. L’estate del borgataro Vittorio Cataldi, tra
tuffi nel Tevere, risse e sbronze alla ricerca di una
prostituta da sfruttare dopo l’arresto di Maddalena,
apparve subito aliena al sostrato neorealista dal quale
attingeva. Aliena in primo luogo nei valori formali,
ma anche dell’impianto narrativo e filosofico,
disperatamente laico, rispetto al populismo del dopoguerra.
Il segno della croce al contrario, con cui
l’amico ladro saluta Accattone appena morto nell’inquadratura
finale, può essere considerato il rovesciamento
sacro e blasfemo del cattolicesimo di
Rossellini e De Sica. (Da sentieriselvaggi.it)