teatro
L’istruttoria

Lettura scenica de 'L’istruttoria' di Peter Weiss. Progetto a cura di Andreina Lavagetto. Regia Alessia Cacco, con la partecipazione di Cantiere Teatro Ca’ Foscari

Il 19 ottobre 1965 va in scena per la prima volta - contemporaneamente in quindici teatri delle due Germanie, e a Londra con la Royal Shakespeare Company - L’istruttoria. Oratorio in undici canti di Peter Weiss. Al “Theater der Freien Volksbühne” di Berlino Ovest la regia è di Erwin Piscator. Il testo - uno dei massimi esempi di teatro documentario del secondo Novecento tedesco - è stato portato a termine da poco, così come da due soli mesi, con la lettura della sentenza il 19 e 20 agosto 1965, si è concluso davanti al Landgericht di Francoforte sul Meno il “procedimento istruttorio contro il personale del Lager di Auschwitz”, primo di sei “Auschwitz-Prozesse”: il più grande processo penale della storia tedesca del dopoguerra. Peter Weiss è presente in sala per moltissime sedute; ai suoi appunti aggiunge note tratte dalle fedelissime e sobrie cronache che il giornalista Bernd Naumann scrive per la Frankfurter Allgemeine Zeitung.

Nasce così un’opera che traumatizzò all’epoca il pubblico tedesco e accese uno dei maggiori dibattiti internazionali sull’elaborazione delle colpe del nazionalsocialismo. Senza una parola di presentazione o di commento, Peter Weiss porta sulla scena un giudice, un pubblico ministero, un difensore, 9 testimoni e 18 imputati: gli unici, questi ultimi, che abbiano un nome. Tutto il resto è anonimo. La scrittura è nuda fino all’osso. Senza colore, senza punteggiatura, senza cadenza se non quella data da una magistrale “metrica”, la lingua procede con il ritmo secco del verbale e con la crudezza che dal verbale inevitabilmente emerge: la cronaca di un “Lern-Prozess”, un processo che insegnasse, come lo volle il procuratore generale dell’Assia Fritz Bauer e come Peter Weiss lo “trascrisse”. Dalle testimonianze degli Häftlinge sopravvissuti il pubblico tedesco apprese cose che ancora, in Germania, nessuno aveva direttamente raccontato. E le reazioni degli imputati mostrarono che una certa Germania era ancora molto lontana dall’ammettere e accettare la colpa. Accanto al compito documentario, perseguito con rigore inflessibile, L’istruttoria risponde in pieno alla sua natura poetica. Nulla della concreta vocazione testimoniale toglie all’opera la statura di una riflessione universale sul male e sulle umane possibilità di non commetterlo [Andreina Lavagetto]

«Questo concentrato deve contenere solo dei fatti, quali emersero dal dibattito processuale». E' con queste parole che Peter Weiss alla fine della sua Istruttoria si congeda: con un'indicazione fondamentale per registi, e un suggerimento prezioso per lettori. Il concentrato a cui si riferisce è l'estratto in versi delle deposizioni di vittime e carnefici al processo di Francoforte sul Meno contro i criminali nazisti. Non c'è sentenza finale ne L'istruttoria, rimane solo l'immediatezza delle voci che raccontano fatti. Testimonianze, giustificazioni, e risate di scherno si perdono nel silenzio di un clima saturo di forza emotiva. Nostro compito è raccontare quei fatti e restituire quei silenzi. [Alessia Cacco]

dettagli
Biglietto: ingresso libero fino ad esaurimento posti
quando
dal 18/02/15 al 21/02/15
DoLuMaMeGiVeSa
Orario: (scegli la data)
dove
Teatro Universitario di Ca' Foscari a S.Marta
Dorsoduro 2137 - 30123 Venezia
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