Il Teatro Stabile del Veneto, con l'Università Ca' Foscari di Venezia, la Fondazione Musei Civici di Venezia, la Fondazione Oasis e il Conservatorio “Benedetto Marcello” presentano una riflessione teatrale in forma di testimonianza, parola, musica e immagini dal titolo Je suis Charlie. E dopo?
Terrà il filo del racconto la giornalista de LA7 Myrta Merlino. Sul palcoscenico del Goldoni si alterneranno le testimonianze di Housam Najjair, ex foreign fighter di religione islamica e nazionalità irlandese, reduce dai combattimenti in Libia e Siria; Padre Samir Khalil Samir, teologo gesuita, esperto del rapporto tra Occidente e Islam; Adnane Mokrani, intellettuale di religione islamica e Serra Yilmaz, celebre attrice turca che vive e lavora nel nostro Paese, tra le interpreti simbolo di Ferzan Özpetek. La serata - che si avvale della consulenza scientifica dei professori Matteo Legrenzi e Giovanni Vian dell'Università Ca' Foscari di Venezia – ha la regia di Bepi Morassi.
Al centro di questo progetto la voglia di capire, usando un linguaggio soprattutto teatrale, che cosa sta succedendo dopo i sanguinosi fatti di Parigi, il ruolo dell'Occidente, chi sono davvero i protagonisti di una relazione - quella tra la cultura occidentale e quella islamica -, che dura da secoli ma che ancora oggi sembra ostaggio del terrorismo e della paura, ma anche della diffidenza e dell’ignoranza. Tutto questo in un momento in cui la ricerca di un terreno comune di dialogo attraverso la valorizzazione delle differenze si rivela ogni giorno più urgente.
Una fitta sequenza di immagini farà da sfondo alle testimonianze di alcune donne islamiche, impegnate, da posizioni diverse, nel dibattito politico statunitense, di persone che, dentro il complesso arcipelago della religione islamica, stanno cercando di porre interrogativi e di proporre percorsi alternativi, così in Europa come nel Medio Oriente e in Africa.
Le musiche, scelte dai docenti e dagli allievi del Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia, accompagneranno in un percorso che va dalle durezze dell'emarginazione giovanile delle banlieue parigine ai mercati del Maghreb.
Je suis Charlie. E dopo? cercherà inoltre di approfondire il ruolo di Venezia in questa dialettica: è ancora una Città ponte tra culture? Può ritagliarsi nuovamente un ruolo da protagonista per disegnare un mondo diverso nel quale vivere meglio?