Dopo Roma, Genova e Firenze, la storia della Sardegna di età nuragica torna a Venezia dal 6 marzo al 20 aprile con una mostra che racconta il ruolo di una delle più importanti entità culturali del mediterraneo occidentale nell’età del bronzo.
Era
il
1949
quando,
per
la
prima
volta,
il
fascino
della
civiltà
nuragica
arrivò
in
Laguna
con
una
fortunata
esposizione
di
bronzi
che
affascinò
un
vasto
pubblico,
di
cui,
si
racconta,
facesse
parte
anche
Pablo
Picasso.
Ed
oggi,
dopo
oltre
65
anni,
si
ripresenta
portando
la
testimonianza
più
eclatante
della
sua
scienza
costruttiva:
i
Nuraghi.
Queste
monumentali
e
sofisticate
architetture
sedi
del
potere
politico,
economico
e
religioso
sono
simbolo
della
forza
del
popolo
nuragico
e
della
Sardegna
del
XIV-‐
XII
secolo
a.c
Oltre
ai
grandi
pannelli
pittorici
e
con
illustrazioni,
alle
ricostruzioni
in
scala
reale
di
alcuni
edifici
emblematici,
a
reperti
ed
oggetti,
ci
saranno
due
sezioni
a
completamento
degli
aspetti
archeologici.
Una
presenta
il
paesaggio
sardo
dei
nuraghi
nel
corso
delle
stagioni,
visto
attraverso
gli
occhi
di
un
noto
fotografo
Salvatore
Pirisinu,
la
seconda
sezione
invece,
è
dedicata
al
connubio
tra
arte
contemporanea
e
archeologia
concretizzato
nelle
opere
di
5
artisti
sardi.
Il
popolo
dei
Nur,
il
profondo
legame
di
continuità
fra
passato
e
presente
e
la
sinergia
tra
spazio
e
tempo
danno
a
questa
mostra
una
funzione
che
va
ben
oltre
la
semplice
esposizione
ma,
trasmette
la
consapevolezza
di
un’
identità
e
una
necessità
di
divulgazione
di
un
patrimonio
culturale
e
artistico
che
risponde
a
nuove
esigenze
di
conoscenza.