Nella Nuova Galleria dell’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia mostra di pittura e scultura degli artisti visivi Ion Iancuţ e Aurel Roşu, curata dal prof. Aurel Chiriac, direttore del Complesso Museale di Oradea.

Ion Iancuţ è pittore, scultore e disegnatore romeno, una personalità di marca delle arti visive romene contemporanee. Laureato dell’Istituto di Belle Arti “Nicolae Grigorescu” di Bucarest, Ion Iancuţ ha una ricca attività espositiva sia in Romania (a Sinaia, Focşani, Iaşi, Timişoara, Bucarest) sia in Europa ed Asia (Italia, Olanda, Svezia, Germania, Bulgaria, Cecoslovacchia, Giappone), dove ha partecipato tanto con mostre personali, quanto anche nell’ambito di mostre collettiva insieme ad altri importanti rappresentanti delle belle arti romene. “L’elemento antropomorfico è onnipresente nell’opera di Ion Iancuţ (...). Le sue sculture ed i suoi disegni sono, in essenza, plastiche antropomorfizzazioni del tragico. L’essere umano esercita un’esistenza tragica in rapporto con le limitazioni che gli sono state predestinate (...). Senza essere puramente concettuale, anche se non si allontana da quest’idea, l’antropomorfizzazione del tragico individualizza Ion Iancuţ non solamente nell’ambito del paesaggio romeno delle arti visive contemporanee, ma anche in quello europeo. Raramente l’idea e la maestria tecnica si sono incontrate in maniera così produttiva negli ultimi decenni” (Aurel Chiriac).

Aurel Roşu è un artista visivo contemporaneo riconosciuto in Romania e all’estero, presidente della filiale Bihor dell’Unione degli Artisti di Romania, capo del reparto arti visive del Complesso Museale Oradea, dove lavora dal 1990. „Aurel Roşu punta sulla visualizzazione di segni‒simboli di circolazione universale, in generale, che concentra sempre in primo piano, perché siano percepite chiaramente dal punto di vista dell’immagine. L’artista utilizza tecniche miste (acrilici, tempera, grafite, tinte per la pittura e la grafica; tinte, metallo, bronzo, legno per la scultura) armonizzate pittoricamente con grande sensibilità ed accuratezza; inoltre, l’artista utilizza messaggi ideatici che disegnano un essere che non ha mai negato la propria dimensione religiosa, rispettandola, ma non ha mai messo in ombra neppure i sentimenti che riguardano quei momenti dell’infanzia che si improntano per sempre nella memoria, specialmente tramite le sensibilità causate da emozioni momentanee” (Aurel Chiriac).