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Tomorrow never Knows

Presso il project space della A plusA si svolgerà la personale dell’artista Valerio Veneruso 'Tomorrow never Knows', organizzata dalla galleria A plus A e dagli studenti del “22° Corso in Pratiche Curatoriali e Arti Contemporanee” alla School for Curatorial Studies Venice. Progetto a cura di Aurora Fonda e Sandro Pignotti.

La mostra inaugura la sezione project space della A plus A, un luogo di sperimentazione dedicato ai giovani artisti selezionati per i loro progetti innovativi. La galleria A plus A sin dalla sua fondazione a Venezia ha ospitato numerose proposte di artisti creando un laboratorio attivo e di ricerca.

La personale di Valerio Veneruso è il risultato di un’approfondita ricerca che l’artista ha condotto sul concetto della morte e le forme della sua rappresentazione e si ispira alla locuzione latina: Et in Arcadia ego. L’espressione è un memento mori che ricorda la presenza della morte nella vita dell’uomo. Il percorso della mostra conduce lo spettatore a capovolgere le paure di fronte a un evento come la morte, trasformandole. L’esposizione è una celebrazione della vita umana, che senza la morte non sarebbe possibile.

La mostra traspone queste connotazioni storiche e allegoriche nel contemporaneo. Ancora oggi il teschio è la figura allegorica più comune nell’immaginario collettivo e rappresenta la forma in cui il pensiero della finitezza umana è mercificata e commercializzata. Dall’inizio del Novecento, l’esistenza, così come l’arte, si configura sotto il segno della frantumazione e delle macerie. Oggi gli emblemi barocchi si ripresentano come merci e beni di consumo e la pubblicità sostituisce forme tradizionali e storiche della rappresentazione allegorica. Pensare alla morte è talmente comune e ricorrente, da tramutarsi in una vera e propria armatura, un rivestimento contemporaneo per sentirsi immuni e intoccabili. Nonostante le sue rappresentazioni siano onnipresenti, il significato intimo dell’arte antica di morire bene, sembrano esclusi dal discorso contemporaneo.

In questo contesto Veneruso introduce un elemento nuovo: la ricerca sul Bardo Todol, che in tibetano significa “Liberazione con l'Ascolto', noto in occidente come il Libro tibetano dei morti. Il testo descrive le esperienze che la coscienza vive dopo la morte, o meglio nell'intervallo di tempo che secondo la cultura buddista sta tra la morte e la rinascita. Tomorrow never knows è anche il titolo di una canzone scritta da John Lennon per l’album Revolver ed è stato scelto perché aperto a molteplici interpretazioni e rimanda a una forma di “ascolto”. Come nel brano musicale, nella mostra di Veneruso sono presenti le forme occidentali e mercificate della rappresentazione della morte, come per esempio il teschio, ma si rileva anche una forma spirituale di origine orientale. Senza mistificare la compresenza dei due elementi, questo dualismo molto costruito è percepibile nella personale di Veneruso in un percorso artistico insolito, intimo e profondo che affronta il tema della morte, della rinascita e della vita.

dettagli
Biglietto: ingresso libero
quando
dal 20/03/15 al 20/04/15
DoLuMaMeGiVeSa
Orario: (scegli la data)
dove
Galleria A+A - Centro Espositivo Pubblico Sloveno
San Marco 3073 - 30124 Venezia
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