Tema dell'incontro l'emarginazione, il femminicidio e la violenza di genere nell’epoca del multiculturalismo. Voci e visioni dal e del mondo delle donne.
Presentazione e discussione di:
Nuove cittadine Regia di Sara Zavarise
Italia, 2013, Produzione ZaLab
Legami Regia di Elisabetta Di Sopra, Italia, 2010, Videoart
Infine un recital di poesie ispano-americane: Landay
a cura di Silvia Favaretto, Progetto 7Lune
Parteciperanno all’incontro:
Bruna Bianchi, Università Ca’ Foscari, Venezia, DEP Deportate, Esuli e Profughe
Martha Luana Canfield, Università di Firenze
Elisabetta Di Sopra, Videoartista
Damiano Rizzi, Associazione culturale: Tiziana Vive ONLUS
Sara Zavarise, Regista, ZaLab Video Partecipativo e Documentari, Roma
Dopo gli eccidi di Parigi, in Francia, ogni 9 dicembre sarà dedicato alla: ”Giornata della laicità”. Di grande attualità sono le parole, una specie di preghiera “laica”, con le quali Voltaire conclude il suo Trattato sulla tolleranza (1763): “Tu non ci hai donato un cuore per odiarci l'un l'altro, né delle mani per sgozzarci a vicenda”. E’ con questo Trattato che il rispetto dell’Altro riprende a essere riflessione e fondamento etico della società civile occidentale. “Noi contro loro? E’ uno scontro di civiltà!”. Come ben documentato dalle ricerche di EPT, Esuli, Profughe e Profughe, le discriminazioni e le violenze di genere permeano i fanatismi religiosi e maschilisti di ogni latitudine. Eppure sembrano emergere inedite forme di denunce come le poesie landai, una modalità innovativa di diffusione del disagio e della voglia di riscatto delle donne ispano-americane.
“Noi chi, loro chi?” Nella civile Italia, in media ogni due giorni una donna viene uccisa, facendo diventare il femminicidio: “La guerra a casa” (Altreconomia, 2014), come si evince dall’interessante libro di Damiano Rizzi, promotore dell’Associazione Culturale denominata “Tiziana Vive” ONLUS. Non è eticamente normale anche se fa parte dei normali costumi morali italici. La sostenibilità, non deve essere fondata solo su nuove visioni ambientali e socio- culturali. La sfida della creazione di una società interculturale fa parte di questi nuovi valori. Le donne “straniere” e le “native” diventeranno “nuove cittadine italiane” solo se, assieme, si sapranno opporre alla violenza di genere, alla discriminazione nella scelta e nei luoghi del lavoro e all’esclusione dal dibattito sulle strategie dello sviluppo.
Anche l’emergere di una nuova responsabilità-sensibilità nei confronti di una sostenibilità integrata del modello di sviluppo globale ne trarrà giovamento. Infatti nel “Report sui rischi globali 2014”, redatto dal World Economic Forum, si sottolinea come una maggiore percezione dei rischi, non solo ambientali, sia influenzata dal genere.
(Giorgio Conti)